Caro Collega Pittelli,
aderisco senza riserve all’appello lanciato dai tuoi amici e ti chiedo con piena convinzione di rinunciare alla forma di protesta che hai intrapreso; è troppo importante che tu sopravviva a questa vicenda, riesca ad affrontare il processo a viso aperto e nel pieno delle forze, dimostrando tutto il carattere combattivo con cui -dicono le cronache- hai sempre svolto la professione.

Non ci conosciamo, né abbiamo avuto modo di incontrarci in qualche aula di giustizia; io ho iniziato (e sto per concludere) la professione di avvocato a Trento e mi sono quasi sempre occupato di processi politici, prima nell’ambito della sinistra extraparlamentare e, poi, dell’eversione brigatista. Sono stato coinvolto anch’io in una vicenda giudiziaria, subendo l’arresto sia pure per una notte sola (forse ricorderai… il processo cosiddetto “armi e droga” condotto a Trento dal giudice Carlo Palermo): allora, eravamo a metà giugno del 1983, fu indetto addirittura uno sciopero nazionale da parte dell’Avvocatura e mi piace immaginare che partecipasti anche tu a quell’astensione; chissà…

Ho origini calabresi (padre e madre, pur essendo nato a Vipiteno!) e sono fortemente legato alla nostra Regione dove risiedono anche molti dei miei parenti, alcuni probabilmente li conosci o ne avrai sentito parlare; tutti hanno gravitato nell’ambito della sinistra, a partire da mio nonno Bonifacio, ultimo sindaco di Calopezzati prima dell’avvento del fascismo e primo sindaco dopo la Liberazione. Mio padre è stato procuratore della Repubblica prima Bolzano poi a Bologna e infine a Roma, concludendo nel 1992 la sua carriera; è stato uno dei fondatori di Magistratura Democratica, formazione dalla quale si è poi allontanato quando ha capito e potuto toccare con mano la strumentalizzazione della “questione giustizia” da parte di una corrente che era nata e si era sviluppata su presupposti completamente opposti, primo fra tutti quello del garantismo, nel senso più genuino e autorevole della parola.

Ecco dunque che la mia sincera solidarietà ti perviene “da sinistra”; sono convinto che ti farà piacere, probabilmente parificabile a quello che provavo io quando, nell’affrontare un processo politico, scoprivo che avrei dovuto confrontarmi con magistrati “di destra”, sempre più garantisti dei cosiddetti “democratici”. Raccogli dunque l’invito alla “tregua” che ti è stato rivolto dai tuoi amici e continua a combattere. Nella speranza di poterci conoscere presto, con stima.