Nonostante in tre anni siano stati chiusi più di tremila centri
Centri di accoglienza dei migranti, altro che collasso: sono oltre 20mila i posti liberi

I centri di accoglienza al collasso? Tutt’altro. Forse è uno slogan che serve a una cera parte del Governo per portare avanti una politica di respingimento più che di accoglienza. L’ultimo rapporto di Openpolis “Il vuoto dell’accoglienza” fotografa bene la situazione dei centri di accoglienza e spiega, con numeri alla mano, perché non sono in sofferenza. Attraverso i dati relativi all’anno 2021, si presentano le tendenze di un periodo ormai consolidato, che va dal 2018 (l’anno di emanazione del decreto sicurezza) appunto al 2021, in corrispondenza dei primi mesi successivi alla cosiddetta riforma Lamorgese. Anni che abbracciano l’intero periodo in cui è rimasto in vigore il decreto sicurezza.
Ebbene, a fronte di una significativa tendenza alla chiusura dei centri – circa 3mila 500 in meno in tre anni – erano oltre 20mila i posti liberi nelle strutture alla fine del 2021. È questo uno degli elementi più importanti che presentiamo con “Il vuoto dell’accoglienza”. Si tratta di un dato che, insieme ad altri, dimostra come il sistema non sia affatto al collasso, come è stato dichiarato più volte da diversi esponenti politici e all’interno della narrazione mediatica.
I posti liberi, dunque, sono migliaia e forse dire che i centri di accoglienza sono al collasso e che quindi l’Italia deve essere blindata è solo una comunicazione politica forzata e propagandistica. Ciò che è vero, invece, è che si continua ad avere un approccio emergenziale rispetto a un fenomeno che invece è strutturale. I centri di accoglienza straordinaria(Cas) infatti continuano nel 2021 ad essere maggioritari, rispetto al sistema di accoglienza e integrazione (Sai). Oltre il 60% dei richiedenti asilo e rifugiati è ospitato nei Cas, a conferma di una tendenza consolidata, che dura ormai da anni, e a dimostrazione della volontà politica di lavorare in emergenza.
Sorge spontanea qualche domanda: perché si parla di un sistema al collasso, con una quota considerevole di posti liberi? Come vengono impiegate le risorse pubbliche e con quali effetti sulle vite di persone portatrici di diritti?
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