Il gommone partito dalla zona di Tripoli
Strage nel Mediterraneo, naufragio costa la vita a 73 migranti: 11 corpi trascinati sulla spiaggia libica
L’ennesima strage di migranti nel cuore del Mediterraneo. Almeno 62 persone risultano disperse, ma sono presumibilmente morte, perché vittime di un naufragio al largo della Libia.
A denunciarlo è l’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni delle Nazioni Unite. A bordo dell’imbarcazione c’erano almeno 80 migranti, partiti dal villaggio di Qasr al-Khayar, 80 chilometri a est della capitale Tripoli, e diretti verso le coste europee.
Undici corpi sono stati recuperati dalla Mezzaluna Rossa libica e dalla polizia locale, mentre sette migranti sono sopravvissuti e hanno raggiunto le coste libiche in “condizioni estremamente difficili“, come ha riferito l’Onu, e sono stati portati in ospedale.
Il naufragio, avvenuto martedì, è stata l’ultima tragedia nel Mediterraneo centrale, una delle rotte lungo la quale viaggiano i migranti dal nord Africa. La tragedia ha portato il bilancio delle vittime su questa rotta ad almeno 130 migranti quest’anno, mentre nel 2022 l’Oim aveva registrato oltre 1.450 decessi.
🚨 At least 73 migrants are reported missing and presumed dead following a tragic shipwreck off the Libyan coast yesterday according to @UNmigration in Libya.
The boat, carrying around 80 people, reportedly departed from Qasr Alkayar on 14 February heading to Europe. pic.twitter.com/fGtUW6bkhT
— IOM Libya (@IOM_Libya) February 15, 2023
“Il Mediterraneo centrale rimane la traversata marittima migratoria più mortale al mondo, che causa il maggior numero di morti ogni anno“, ricorda l’agenzia delle Nazioni Unite che considera la situazione “intollerabile“. “È necessaria un’azione concreta da parte degli stati per aumentare la capacità di ricerca e soccorso, stabilire meccanismi di sbarco chiari e sicuri e percorsi di migrazione sicuri e regolari per ridurre i viaggi pericolosi“, ha affermato l’Oim.
A inizio gennaio diverse ong internazionali impegnate in operazioni di soccorso ai migranti nel Mediterraneo, come ricorda Askanews, hanno denunciato la volontà del governo italiano di “ostacolare l’assistenza alle persone in difficoltà“. Hanno evidenziato gli effetti incrociati di un decreto che obbliga le navi a recarsi “senza indugio” in un porto italiano dopo ogni soccorso e l’ormai consueta assegnazione di porti molto distanti, riducendo le capacità di assistenza.
(articolo in aggiornamento)
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