La tagliola si è abbattuta sul disegno di legge contro l’omotransfobia che tornerà così in Commissione Giustizia da dove probabilmente non riemergerà più. Ma in che cosa consiste il meccanismo della “tagliola”?

Per capire come funziona occorre far riferimento all’articolo 96 del Regolamento del Senato, in base al quale “prima che abbia inizio l’esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun Gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame”. In sostanza si utilizza per contingentare i tempi di intervento. Ogni gruppo ha un certo numero di ore di parole in aula, al termine delle quali si può solo votare.

Nel caso del ddl Zan la richiesta è stata presentata da Fratelli d’Italia e Lega. In sostanza la tagliola prevede che, conclusa la discussione di un provvedimento, non si proceda all’esame degli articoli e al voto degli emendamenti, come di consueto. Una volta approvata, il disegno di legge si arena perché a quel punto, fermandosi l’iter parlamentare, quella votazione equivale a una bocciatura del provvedimento.

Nel caso del ddl Zan è stata richiesta una “tagliola” a scrutinio segreto. Qui sta alla presidenza la decisione, come è avvenuto oggi con Maria Elisabetta Alberti Casellati. Ora è caccia ai cosiddetti franchi tiratori ma intanto il ddl Zan viene messo nel cassetto.

Redazione

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