Justin Bieber ha annullato il suo tour mondiale. Il cantante canadese ha comunicato ai suoi fan che non salirà sul palco. Il cantante ha pubblicato un video sui suoi profili social venerdì, spiegando ai fan perché ha dovuto posticipare diversi spettacoli nell’ultima settimana. Ha raccontato che gli è stata diagnosticata la sindrome di Ramsay Hunt. Bieber ha spiegato al suo pubblico che la paralisi ha colpito un nervo nel suo orecchio, causando la paralisi.

Dal filmato, si vede chiaramente che Justin non è in grado di battere le palpebre con uno dei suoi occhi e può sorridere solo con un lato della bocca. È la parte destra del viso a essere stata colpita dal virus e che risulta paralizzata. Mentre JB si scusa con i fan per essersi perso gli spettacoli recenti, dice che l’intera faccenda è “piuttosto seria” e che dovrà fermarsi per un tempo ancora indefinito per poter lavorare ai suoi nuovi progetti, ma soprattutto per rimettersi in salute.

Ma cos’è la sindrome di Ramsay Hunt? È una patologia neurologica abbastanza rara, che si scatena con l’infezione da virus Herpes Zoster (quello della varicella). In coloro che hanno contratto la varicella, il virus rimane “dormiente” e può risvegliarsi in seguito a un forte stress o all’indebolimento del sistema immunitario.

E così stop al Justice World Tour nel Regno Unito, Francia, Polonia, Australia, Nuova Zelanda, Danimarca e Repubblica Ceca. I fan riceveranno rimborsi, ma non potranno vedere JB. Non è la prima volta che Justin è costretto a fermarsi.

Come riportato da TMZ, Justin ha sospeso il suo tour già a settembre a causa di problemi di salute fisica e mentale. A quel tempo, disse: “Dopo essere sceso dal palco, la stanchezza mi ha preso e mi rendo conto che devo fare della mia salute la priorità in questo momento”. Ritmi stressanti, il peso della fama, la giovane età, spesso portano i cantanti delle scene mondiali a doversi fermare. A questo propsito, è nato un movimento nell’industria musicale, specialmente tra i giovani professionisti, inclusi alcuni avvocati, che ritiene che gli artisti molto giovani non siano adeguatamente protetti dal superlavoro, che può creare o esacerbare problemi di salute fisica e mentale.

Redazione

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