Barbara Masini si è commossa in Senato, parlando in difesa del ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia. La senatrice di Forza Italia ha fatto coming out a inizio luglio. Masini ha votato con la maggioranza (Forza Italia, contraria al ddl, ha lasciato libertà di coscienza ai suoi parlamentari). “A voi tutti auguro di poter guardare negli occhi i vostri cari. Quelli di oggi e quelli di domani, e anche quelli che un domani saranno diversi dai vostri desideri. E poter dire loro, io nel mio piccolo ti ho protetto dalla paura”, ha detto Masini ringraziando il suo partito “per il rispetto che mi ha sempre dimostrato”.

La senatrice ha 47 anni. Laureata in scienza politiche all’Università degli Studi di Siena. È stata eletta consigliere comunale a Pistoia con Forza Italia, risultando la donna più votata della coalizione di centro-destra sostegno del sindaco Alessandro Tomasi. È stata eletta al Senato alle politiche del 2018. Fa parte della commissione Politiche dell’Unione Europea.

Masini si è raccontata in un’intervista a Il Corriere della Sera. Ha raccontato della sua infanzia, quando “per noi lesbiche nate negli anni Settanta c’era soltanto Lady Oscar” e quando per imitare le amiche aveva dei fidanzatini e aveva anche pensato di costruirsi una famiglia. Questo prima di innamorarsi di una donna e di staccarsi da tutto andando a vivere in Belgio.

Quindi il ritorno. “Mia madre è una donna eccezionale, anche bellissima. Però devo dire pure mio padre lo è, non lo nomino mai. Loro due, medici, hanno una mentalità apertissima, hanno sempre votato per i radicali. A mia madre poi non ho dovuto nemmeno dirlo – ha raccontato – Una volta mi ha guardato e mi ha detto: ‘Barbara ma quell’amica che ti è venuta a salutare all’areoporto…’. Era la mia fidanzata dell’epoca”. La stessa madre, come ha raccontato l’onorevole in aula, aveva paura per la figlia, che non potesse “vivere felice”. Paura che oggi Masini percepisce “più di qualche anno fa. C’è stata un recrudescenza”.

La sua idea sul ddl: “L’articolo 1 lo cancellerei, sono solo definizioni che esistono già nella giurisprudenza e non deve essere certo Zan a spiegarcele. È l’articolo 2 che dà le tutele. Poi toglierei il 4, non stravolge la legge. E sul 7 metterei dei limiti: nessuna educazione ai bambini delle elementari. Però siamo chiari: se la legge rimane così com’è io la voto tutta la vita“.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.