È stato raggiunto da un’ordinanza cautelare il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria Domenico Tallini. Politico di Forza Italia, 68 anni, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. L’inchiesta riguarda la cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro (Crotone) nell’area di origine e nel territorio catanzarese, in riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate in quest’ultima provincia mediante il reimpiego di capitali della cosca. Sono stati 19 gli indagati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare. Le accuse: associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. A dare esecuzione all’ordinanza emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della Dda, i carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e del Comando provinciale di Crotone.

Tallini è alla quarta legislatura. È stato eletto nella Circoscrizione Centro nella lista Forza Italia Berlusconi per Santelli con 8.009 preferenze. Alla terza legislatura era stato Segretario questore del Consiglio regionale e vicepresidente della IV Commissione consiliare Assetto, Utilizzazione del territorio e Protezione dell’Ambiente.

Il Presidente del Consiglio Regionale è nato a Catanzaro il 29 gennaio 1952. È sposato e ha due figli. È perito elettrotecnico ed elettronico ed è dipendente Enel. Il suo impegno politico è cominciato nella Giovane Italia. È stato nel consiglio comunale della sua città natale per circa 25 anni. È entrato nel 1981 nelle liste del Movimento Sociale Italiano (Msi). Nel 1993 è stato assessore allo Sport e agli Affari Generali. Dal 1999 è stato Assessore alla Provincia per la Pubblica Istruzione e la Programmazione territoriale. Alle regionali del 2000 si è candidato con Forza Italia.

Tallini ha fondato Calabria Libera (con Beniamino Donnici), Polo Civico e Movimento civico per il Sud. Ha dato il suo attivo contributo alla realizzazione del gruppo consiliare Popolari Europei verso il Pdl. Negli anni ha rivestito anche la carica, presso la Regione, di membro supplente della Commissione di disciplina del personale e di Presidente della Commissione Speciale di Vigilanza. È appassionato di calcio e di biliardo.

La Commissione Parlamentare Antimafia, guidata da Nicola Morra, lo aveva inserito nella lista degli impresentabili lo scorso novembre. Tallini, rinviato a giudizio in alcuni procedimenti penali, replicò: “A Morra, che mi ha definito ‘impresentabile’, ho risposto con l’esito delle elezioni”. A dir poco controverse alcune dichiarazioni sul colonialismo dell’Italia fascista: “Il fascismo? Il fascismo non era razzista. È stato accusato in maniera volgare di essere andato in Africa e di aver civilizzato i Paesi africani … più o meno la teoria che vorrebbero tanti oggi”. Tallini è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso.

LE INDAGINI – L’inchiesta è stata battezzata spettacolarmente, come ormai è di routine, ‘Farmabusiness’. Le ordinanze di arresto sono scaturite da due attività investigative convergenti, sviluppate rispettivamente dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e del Nucleo Investigativo di Crotone, dirette e coordinate dal procuratore Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti Paolo Sirleo e Domenico Guarascio. Accusa principe è sempre la stessa: quel fantasioso concorso esterno in associazione mafiosa tanto caro al procuratore Gratteri.

Tallini avrebbe, “in qualità di assessore regionale fino al 2014, e quindi candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del 2014, e successivamente quale consigliare regionale, [fornito] un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione – si legge nell’ordinanza – con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell’associazione stessa, promettendo e assicurando, in cambio del sostegno elettorale (…) promesso ed attuato da parte del sodalizio, la sua disponibilità nei confronti dell’organizzazione ‘ndrangheta, con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell’associazione stessa, al fine di garantire ai referenti del sodalizio medesimo le condizioni per l’avvio prima e l’effettivo esercizio poi dell’attività imprenditoriale della distribuzione all’ingrosso dei prodotti farmaceutici, onde realizzare lo scopo del sodalizio del controllo della specifica attività economica”.

“Intervenendo presso gli uffici pubblici, al fine di agevolare e accelerare l’iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del ‘Consorzio Farma Italia‘ e della società ‘Farmaeko Srl‘, che prevedeva la distribuzione dei cosiddetti ‘medicinali da banco’ sul territorio nazionale – continua – promuoveva la nomina del responsabile del relativo ambito amministrativo regionale e concorreva ad indurre i soggetti preposti a rilasciare la necessaria documentazione amministrativa e certificazione”. E ancora: “Pur consapevole del reimpiego di capitali illeciti, provenienti dal delitto associativo di stampo ‘ndranghestistico – prosegue l’ordinanza – [Tallini] concorreva nei progetti commerciali inerenti la distribuzione di farmaci (…) ed imponeva, nella struttura societaria della Farmaeko Srl, l’assunzione e l’ingresso, quale consigliere, del proprio figlio Tallini Giuseppe, così da contribuire all’evoluzione dell’attività imprenditoriale del Consorzio farmaceutico, fornendo il suo contributo, nonché le sue competenze e le sue conoscenze anche nel procacciamento di farmacie da consorziare”. Il Presidente del Consiglio Regionale avrebbe così rafforzato “la capacità operativa del sodalizio nel controllo di attività economiche sul territorio, incrementando la percezione delle capacità di condizionamento e correlativamente di intimidazione del sodalizio, accrescendo la capacità operativa e il prestigio sociale e criminale”.

Vito Califano

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