Delivery, librerie e cartolerie: si va verso la ripresa. Dopo quasi 50 giorni di lockdown, lo spiraglio si è aperto ieri con la riunione che la task force regionale ha tenuto con il governatore Vincenzo De Luca per valutare l’apertura, a partire da lunedì prossimo, delle attività di ristorazione che fanno cibo da asporto e di librerie e cartolerie. È una fase 2 che si appresta ad essere avviata tra pochi entusiasmi e molte incertezze. “Siamo contenti di riaprire – afferma Diego Guida, presidente del gruppo Piccoli editori e vicepresidente nazionale dell’Aie – Questa chiusura forzata ha mandato a picco il mercato, con le librerie sono rimaste ferme anche tutte le attività di distribuzione e non si è venduto niente.

Quindi siamo felici di ripartire, ma non sappiamo che mondo troveremo”, aggiunge facendo riferimento alle tante incertezze che ancora ci sono. E anche alle difficoltà del settore che chiede aiuti a Stato e Regione. “Riaprire non basta, servono misure e incentivi”, spiega Guida che a De Luca lancia due proposte: “Un evento per questa estate per recuperare il rapporto con i lettori e una nuova domanda che coinvolga biblioteche e strutture pubbliche per rilanciare l’editoria libraria che a oggi non ha avuto incentivi né economici e finanziari né politici”. L’intera filiera del libro ha registrato una riduzione del fatturato pari al 78% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con una crisi per tutto l’indotto, dagli autori ai correttori di bozze, dagli agenti ai tipografi, grafici, distributori, trasportatori.

La fase 2 sarà importante anche per un altro settore rimasto paralizzato in queste settimane di lockdown, quello della ristorazione. L’obiettivo è riaprire, ma in sicurezza. E tra le varie ipotesi compare, oltre al metro e mezzo di distanza tra i tavoli e l’uso di mascherine, anche un plexiglass che divida i commensali. “Impossibile riaprire in queste condizioni – spiega Francesco Palermo, titolare dell’Antica latteria, – Per noi distanziare i tavoli sarebbe difficilissimo. Ho chiesto al governatore di usufruire dello spazio esterno per aumentare i coperti”.

Anche Giovanni De Vivo, titolare del Pazzo in via Posillipo è dello stesso avviso: “Preferisco riaprire a settembre – ha detto – L’asporto? Una follia per chi non l’ha mai fatto”. E pare che questo sia il pensiero di moltissimi ristoratori: “Siamo un gruppo di 200 imprenditori – spiega De Vivo – e uniti dall’intento #iononapro abbiamo deciso di restare chiusi anche dopo il via libera”. Diversa la situazione dei ristoranti del Lungomare.

“Siamo felici di riaprire – ha raccontato Antonio De Gregorio, uno dei titolari dei Re di Napoli- sappiamo che ci saranno delle restrizioni ma mi auguro che non sia vera la storia del plexiglass, altrimenti sarebbe veramente difficile”. Una ventata di positività arriva dal presidente della Fipe di Napoli, Massimo Di Porzio: “Sono fiducioso – afferma – Sarà una riapertura difficile ma necessaria per chi ha delle attività e dei costi fissi da sostenere”. Il delivery? “Potrebbe essere una soluzione, vale la pena tentare di reinventarsi”.

Viviana Lanza, Matilde De Rossi

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