Cosa ci fa un enorme hangar di 274 metri in mezzo al deserto della Cina? Le risposte aprono agli scenari più disparati, tutte molto vicine storie di fantascienza. E la presenza di palloni spia e aerostati cinesi acuisce la curiosità e la preoccupazione per le intelligence occidentali che vorrebbero capire di cosa si tratta. Certo è che la foto scattata dal satellite e analizzata dalla Cnn accende la curiosità: si tratta certamente di un progetto militare, ma cos’è? Gli occhi elettronici dei satelliti privati BlackSky lo scorso novembre hanno fotografato l’hangar colossale, una pista di un chilometro e accanto parcheggiato un dirigibile di trenta metri, che si ritiene sia un prototipo in scala ridotta dell’aeronave che stanno progettando.

Dirigibili coì grandi non se ne erano mai visti prima. Come ricostruito da Repubblica, quello della Goodyear riapparso sulla testa dei lombardi lo scorso anno si ferma 75 metri. Il leggendario Zeppelin “Hindenburg”, che volava dalla Germania agli Stati Uniti, arrivava al primato di 246 metri e “l’Italia” con cui Umberto Nobile ha sfidato i ghiacci del Polo Nord era solo di 105 metri. Ma si tratta di aeromobili finiti inmaniera drammatica: l’Hindenburg prese fuoco all’approdo negli States, il Roma si spezzò sulla banchisa artica con l’odissea dei superstiti nella “tenda rossa” e così già negli anni ’30 finì l’era dei dirigibili.

Dunque perché i cinesi starebbero progettando di tornare a quegli enormi palloni volanti? Già prima dell’enorme presunto dirigibile nel deserto palloni spia erano stati beccati a sorvegliare le basi del Pentagono. I cinesi hanno realizzato un mezzo semplice, economico e di grande efficacia. Il vantaggio è paradossalmente la lentezza negli spostamenti che consentono al marchingegno di captare tutte le frequenze che emettono e decifrarne l’identikit elettronico raccogliendo le informazioni su radar, reti di comunicazione, sistemi di contromisure.

Cosa uscirà dall’hangar in mezzo al deserto? Gli esperti pensano a un veicolo sperimentale, capace di spostarsi nella stratosfera e trasportare grandi quantità di equipaggiamenti. Altri ipotizzano invece che si tratti di un laboratorio delle strumentazioni per scovare i sottomarini in immersione, l’elemento chiave della deterrenza nucleare statunitense: già ai tempi della Guerra Fredda gli scienziati sovietici avevano tentato invano di escogitare apparati per scrutare sotto la superficie del mare e vanificare la supremazia americana nei battelli dotati di missili intercontinentali. Ora gli enormi e lenti palloni potrebbero avere la possibilità di scandagliare gli oceani.

Repubblica formula ancora un’altra ipotesi che riguarda gli studi quantistici top secret del pentagono. Nel 2011 la Darpa, l’organizzazione militare che gestisce i piani sperimentali, annunciò il programma “Blue Devil”, che prevedeva la costruzione di un dirigibile lungo 127 metri per testare un sistema di comunicazione innovativo: raggi laser avrebbero collegato aerei e comandi terrestri o navi, garantendo la trasmissione sicura di masse di dati pari a quelle trasferite con i cavi a fibra ottica. Praticamente una rete di connessioni quantistiche top secret impossibili da intercettare e decifrare. Non è dunque chiaro cosa stiano creando nell’enorme hangar ma un fatto è certo: La Cina sta investendo molto in questo settore, soprattutto nelle comunicazioni, che potrebbero rendere il paese del dragone immune dallo spionaggio americano.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.