Il Consiglio superiore della magistratura (Csm) ha modificato su proposta della Terza Commissione i criteri per la designazione dei componenti la Commissione di concorso per l’assunzione dei magistrati. Quelli precedentemente in vigore avevano consentito una lottizzazione integrale delle correnti, ormai non più tollerabile. I posti disponibili erano infatti attribuiti a ciascuna corrente in base alla rispettiva consistenza rappresentativa. Secondo la nuova procedura la Commissione è ora costituita mediante sorteggio non fra i magistrati in possesso di determinati titoli, discrezionalmente determinati dalla stessa Terza Commissione, ma tra tutti i magistrati che abbiano interesse a farne parte.

La questione, apparentemente tecnica e di scarso rilievo, è invece più importante di quanto possa sembrare. Palamara, infatti, nella intervista fattagli da Sallusti aveva dichiarato che da parte delle correnti vi era sempre stato un forte interesse a essere presenti nella Commissione di concorso, in quanto strumento di reclutamento correntizio delle nuove leve di magistrati, a sua volta funzionale anche alla “gestione” delle raccomandazioni. Aveva anche aggiunto che “con questo meccanismo” nella sua consiliatura “due figli di componenti del Csm sono diventati magistrati”. Il numero dei figli, parenti, affini o semplici amici di magistrati non componenti del Csm assunti nello stesso periodo di tempo non è noto. Non dovrebbe però essere marginale, altrimenti non sarebbe giustificato il forte interesse di tutte le correnti a essere pienamente rappresentate nelle relative procedure di selezione. All’esito positivo della “raccomandazione” dovrebbe poi corrispondere, almeno di solito, l’iscrizione del candidato assunto alla stessa corrente del magistrato che lo ha raccomandato.

La delibera del Csm dovrebbe perseguire un duplice ordine di esigenze strettamente collegate: quella della correttezza sostanziale della procedura concorsuale al fine di selezionare i candidati più preparati, immeritatamente estranea al dibattito politico e giornalistico sulla crisi della magistratura, considerati i non episodici interventi critici sulla qualità delle sentenze; e quella della progressiva attenuazione e rimozione dei meccanismi sui quali si fonda il potere delle correnti, dato che queste, per opinione diffusa, presente in forma sia pure minoritaria anche all’interno della Magistratura, sono la causa principale della crisi in cui questa oggi si dibatte.

La modifica normativa costituisce certamente un miglioramento, sia pure modesto, rispetto alla situazione precedente; è però improbabile che sia effettivamente idonea a perseguire gli scopi sopra indicati. È prevedibile infatti che le correnti continueranno a manifestare il loro concreto interesse a essere presenti nella Commissione di concorso facendo presentare la relativa domanda al maggior numero dei propri iscritti, allo scopo di aumentare le possibilità di essere favorite dal sorteggio. Questa Commissione sarà quindi di fatto ancora prevalentemente costituita da iscritti alle correnti, in quanto tali disponibili a recepire le rispettive indicazioni. Nulla probabilmente cambierà rispetto al passato, anche se in essa fossero presenti, come è possibile, alcuni magistrati estranei alle correnti. Questi saranno presumibilmente una minoranza che non riuscirà, anche se volesse, a garantire la regolarità sostanziale del concorso. Non è inoltre probabile, considerato il sistema in cui sono inseriti e i relativi condizionamenti, che saranno impermeabili alle sollecitazioni degli altri colleghi.

Anche la seconda esigenza, ammesso e non concesso che il Csm avesse voluto effettivamente perseguirla, non appare soddisfatta, non solo per le osservazioni sopra prospettate, ma specialmente perché un altro e ben più efficace è il meccanismo di selezione dei nuovi adepti. Rileva Palamara che «quando entri in servizio vieni affiancato per un certo periodo a un magistrato anziano e “chi va con chi” lo decide una Commissione apposita in base ai rapporti di forza delle correnti. Se entrano in sessanta, trenta andranno a fare tirocinio da un anziano di Unicost, venti da uno di Magistratura democratica, dieci da uno di Magistratura indipendente. È ovvio che nel calcolo delle probabilità, questi ragazzi si iscriveranno alla corrente del loro tutor, soprattutto se questo spingerà in tal senso». Il magistrato, specialmente se appena assunto, troverà infatti nella sua corrente prima protezione e successivamente un presumibile sviluppo di carriera.

La strada per contrastare il predominio delle correnti è quindi ancora lunga e dal Csm, e specialmente dalla componente togata, ci si attendono interventi ben più ampi ed efficaci per incidere sulle disfunzioni della Magistratura. Invece non si riesce a raggiungere l’unanimità nemmeno sulle questioni tutto sommato di modesta rilevanza, quale quella qui esaminata. La delibera del Csm è stata infatti approvata soltanto con i voti delle correnti Area (cartello di sinistra) e Autonomia e Indipendenza, mentre voto contrario hanno espresso i consiglieri di Unicost e di Magistratura indipendente: segno evidente delle resistenze che all’interno della Magistratura si manifestano nei confronti di un qualsiasi tentativo di modificare la situazione esistente.