“Correte subito in piazza del Maneggio a Mosca. Il nostro Paese è piombato nella più completa illegalità, dobbiamo opporci”, è stato il tweet arrivato dal team dell’oppositore di Putin Alexei Navalny arrivato subito dopo la condanna a 3 anni e 5 mesi di carcere. Il processo al blogger e attivista antigovernativo ha smosso le coscienze in Russia, e animato proteste per giorni, culminate con la maxi-manifestazione organizzata dopo che il tribunale di Mosca aveva disposto di convertire una precedente pena sospesa in detenzione reale, a causa della presunta violazione dei termini della libertà vigilata da parte di Navalny.

Quest’ultimo passerà in carcere “soltanto” 2 anni e 5 mesi, perché il giudice ha deciso di prendere in considerazione l’anno di detenzione domiciliare già scontato per il caso Yves Rocher, in cui il blogger è stato condannato per “truffa” in un processo bollato dalla Corte di Strasburgo come “motivato politicamente”.

La repressione delle proteste di piazza ha portato a 1.386 arresti da parte della polizia, come riportato dall’ong Ovd-info. Mosca e San Pietroburgo le città prese d’assalto da chi ritiene che la libertà in Russia sia in pericolo, e diversi testimoni riportano come la polizia abbia agito “a tratti in modo molto violento”.

L’Unione europea ha condannato fermamente gli episodi in strada e la sentenza, ritenuta “inaccettabile perché di natura politica e in contrasto con gli obblighi internazionali in materia di diritti umani” da parte dell’Alto rappresentate Josep Borrell. Quest’ultimo ha anche chiesto di poter incontrare Navalny, invocandone inoltre “il rilascio immediato e incondizionato” e avvisando che l’Ue tornerà sulla questione al prossimo Consiglio Affari esteri “per discutere le implicazioni e le possibili ulteriori azioni”.

Secondo il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov gli eventi sono stati coperti in modo “sbilenco” dai media occidentali e l’isteria starebbe “oltrepassando il limite”. “È stato inoltre assolutamente nascosto al pubblico – ha dichiarato in conferenza stampa a Mosca – che le leggi in Occidente su manifestazioni, raduni e proteste varie sono molto più dure che in Russia”. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha aggiunto che “in generale, organizzare raduni non autorizzati suscita preoccupazioni e conferma che le dure misure della polizia sono giustificate in conformità con la legge”.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.