La nuova ondata di contagi Covid fa tornare i dubbi di qualche mese fa. Come bisogna comportarsi nel caso di un contatto con qualcuno che sia risultato positivo al Covid? Con i vaccini e le nuove regole, lo scenario delle quarantene è infatti cambiato. Ancora diverso quanto previsto per i contagi a scuola. Sul sito del Ministero della Salute ci sono le risposte a tutte le domande più comuni che ricapitoliamo qui di seguito.

Quando si può parlare di un “contatto” con un caso Covid?

Un contatto di un caso COVID-19 è qualsiasi persona esposta ad un caso probabile o confermato COVID-19 in un lasso di tempo che va da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso.

In quali casi si tratta di “contatto stretto” o “ad alto rischio”?

Il “contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei
  • un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei
  • una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19
  •  sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.

Gli operatori sanitari, sulla base di valutazioni individuali del rischio, possono ritenere che alcune persone, a prescindere dalla durata e dal setting in cui è avvenuto il contatto, abbiano avuto un’esposizione ad alto rischio.

Cosa si intende per contatto “a basso rischio”?

Per contatto a basso rischio si intende una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni:

  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) o che ha viaggiato con un caso COVID-19 per meno di 15 minuti
  • un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19, provvisto di DPI raccomandati
  • tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un caso COVID-19, ad eccezione dei passeggeri seduti entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso COVID-19, dei compagni di viaggio e del personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto che sono infatti classificati contatti ad alto rischio

Che differenza c’è tra quarantena, isolamento e sorveglianza attiva?

Quarantena e isolamento sono importanti misure di salute pubblica attuate per evitare l’insorgenza di ulteriori casi secondari dovuti a trasmissione di SARS-CoV-2 e per evitare di sovraccaricare il sistema ospedaliero.

La quarantena si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso COVID-19, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi.

L’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone affette da COVID-19 da quelle sane al fine di prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità.

La sorveglianza attiva è una misura durante la quale l’operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza.

Quarantena per i vaccinati dopo un contatto stretto

Se la persona che ha avuto un contatto stretto con un positivo al Covid-19 (e quindi ha avuto un’esposizione ad alto rischio) è vaccinata a ciclo completo da almeno 14 giorni, deve stare in quarantena per un periodo di 7 giorni dall’ultimo contatto con il contagiato e poi sottoporsi a un tampone (molecolare o antigenico rapido). Se il test ha esito negativo, il contatto stretto può uscire e condurre la sua vita normalmente, senza restrizioni nei contatti e nei movimenti. Se invece non è possibile eseguire un tampone per verificare la presenza o meno del virus nel contatto, la persona deve rimanere in quarantena per 14 giorni e da quel momento può uscire di casa anche senza l’esito negativo di un test.

Quarantena per i non vaccinati dopo un contatto stretto

Se la persona che ha avuto un contatto stretto con qualcuno che è poi risultato positivo al Covid-19 non ha completato il ciclo vaccinale, deve rimanere in quarantena per almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al virus e al termine dell’isolamento deve eseguire un test (molecolare o antigenico rapido). Se il tampone risulta negativo, può tornare alla sua vita normale. Se non è possibile eseguire un test, deve rimanere in quarantena per almeno 14 giorni dall’ultimo contatto con la persona positiva al Coronavirus e al termine può uscire di casa, anche senza l’esito negativo di un tampone.

Cosa fare in caso di contatto a basso rischio per i vaccinati

Le persone che vengono considerate come contatti a basso rischio di un positivo al Covid e hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni non devono stare in quarantena.

Cosa fare in caso di contatto a basso rischio per i non vaccinati

Le persone che vengono considerate come contatti a basso rischio di un positivo al Covid e non hanno completato il ciclo vaccinale non devono stare in quarantena.

Se sono negativo al test la quarantena può finire prima del tempo previsto?

Se si viene considerati un “contatto stretto” di una persona che ha il Covid, non si può terminare in anticipo la quarantena pur risultando negativi a un test molecolare o antigenico rapido che sia. La quarantena rimane obbligatoria, di 7 giorni o di 10 a seconda che si sia vaccinati o meno.

Cosa fare al termine della quarantena per rientrare a lavoro?

Una volta finito il periodo di quarantena, se la persona non ha sintomi ed è negativa al test (dopo 7 giorni per i vaccinati o dopo 10 per i non vaccinati) oppure sono trascorsi 14 giorni dall’ultima esposizione al caso di Covid, può rientrare al lavoro ed il periodo di assenza risulta coperto dal certificato. Se però durante la quarantena compaiono sintomi, si dovrà sottoporre al tampone. Se sarà positivo, deve aspettare la guarigione clinica e sottoporsi a un test molecolare dopo almeno 3 giorni senza manifestare alcun sintomo. Se il test molecolare risulterà negativo, la persona potrà tornare al lavoro, altrimenti proseguirà l’isolamento.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.