Le novità in vigore dall’8 novembre
Quarantena a scuola, le nuove regole in caso di un positivo in classe: obiettivo scongiurare la Dad

Da lunedì 8 novembre entrano in vigore le nuove regole per la gestione della pandemia a scuola. Mentre tutte le regioni stanno lavorando per garantire tamponi in tempi rapidi per assicurare il rientro a scuola il più veloce possibile, i presidi protestano per le nuove procedure, preoccupati per la gestione in tempi brevi dei contagi. L’obiettivo resta uno solo: evitare la Dad il più possibile.
La quarantena per la classe in caso di più di 3 contagi
Le nuove indicazioni sulla quarantena dell’Istituto superiore di sanità, dei ministeri alla Salute e all’Istruzione e delle Regioni, cercano di evitare il più possibile la perdita di giorni di scuola in presenza per alunni e insegnanti. Fin ora se in classe veniva riscontrato un positivo al Covid scattava la quarantena per tutti, insegnanti compresi. Da oggi, invece, Se c’è un positivo ma tutti gli altri compagni e i professori sono negativi, si resta in classe. Se i positivi sono due vanno a casa i non vaccinati, se sono tre ci vanno tutti. È fondamentale che il primo tampone, seguito da uno di controllo dopo cinque giorni, venga assicurato immediatamente, per non fare perdere nemmeno un giorno di scuola ai ragazzi.
Contagi e quarantene negli asili
Nel caso gli asili nido e scuole dell’infanzia (0-6 anni), per esempio, in caso di un solo alunno positivo i bambini dovranno stare in quarantena tutti per 10 giorni, ed effettuare un test al termine. Educatori e altri operatori scolastici invece dovranno rispettare una quarantena variabile: 7 giorni se vaccinati, dieci in caso contrario.
La quarantena nelle scuole primarie e secondarie
Nelle scuole primarie o secondarie si cambia: con uno studente positivo, gli altri compagni di classe dovranno sottoporsi a tampone “appena possibile”; come specificato dall’ISS, entro le 48 successive all’identificazione del caso. Se negativi potranno rimanere in classe ripetendolo poi a distanza di 4-5 giorni. Quanto ai docenti, se vaccinati e negativi al tampone potranno rientrare subito a scuola; se non vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi, andranno in quarantena. Per i primi inoltre il tampone dovrà essere ripetuto entro 4-5 giorni, per i secondi dopo dieci. Se invece il positivo è un docente o un operatore scolastico, gli alunni della sua classe si dovranno sottoporre a tampone (da ripetere entro 4-5 giorni) ma se negativi potranno restare in classe. In caso di secondo positivo si attuerà una differenziazione tra vaccinati e non: i primi potranno restare con un monitoraggio, i secondi dovranno andare in quarantena.
La segnalazione alla Asl in caso di positivi in classe
Nel caso di positività in classe, i presidi devono informare la Asl e poi individuare i contatti, cioè i compagni di classe e il personale che è stato almeno 4 ore nello stesso ambiente del positivo. A loro deve trasmettere le indicazioni standard e poi comunicare i nomi alla Asl. Il preside sospende “in via eccezionale e urgente” le lezioni se le autorità sanitarie non possono intervenire subito. Ed è questo il rischio concreto di ritardi che denunciano i presidi. E non solo. Per Antonello Giannelli dell’Associazione nazionali presidi, sono questi “adempimenti che non rientrano nelle prerogative dei dirigenti scolastici e il ministero non può limitarsi a fornire indicazioni e continuare a non avere consapevolezza della gravità della situazione. I dirigenti scolastici continuano a garantire l’esercizio del diritto allo studio nonostante dispongano di risorse umane inadeguate nel numero e, spesso, nella preparazione professionali”.
Le Regioni a lavoro per garantire tamponi in velocità
In questo scenario le Regioni stanno lavorando per garantire velocemente i tamponi. Vanno bene anche quelli rapidi e l’idea è di sfruttare le farmacie, ma anche i medici di famiglia e le strutture pubbliche dove si fanno già i test molecolari. I ritardi potrebbero accumularsi vista la domanda di test già alta a causa dell’obbligo di Green Pass per lavorare e crescerà ancora. Non è detto che si riesca ovunque a rispondere in breve tempo. C’è il rischio che qualche allievo perda comunque dei giorni di scuola, anche se negativo. Oltretutto non basterà che il risultato del test riveli l’assenza del coronavirus per rientrare a lezione, perché bisogna che prima il dipartimento di prevenzione valuti la situazione di tutta la classe. L’importante però resta evitare l’odiata Dad.
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