Sport
Conte e Spadafora spengono il sogno della squadra di basket dei migranti

Il caso Tam Tam Basket rappresenta una grande storia di sport, di integrazione, di civiltà e anche di lungimiranza di una parte della politica. Peccato che per poterla raccontare il coach Massimo Antonelli non abbia potuto contare sulla Rai. Ad ospitare il suo racconto, infatti, è stato TedxNapoli, lo spazio aperto di conferenze e confronto nato dal marchio statunitense di conferenze Ted. Grazie a Ted è stato appena pubblicato su Youtube il video della conferenza di Napoli durante la quale un appassionato coach Antonelli ha potuto ripercorrere in pochi minuti l’avventura della squadra nata in uno dei luoghi più difficili d’Italia, Castel Volturno in Campania, per dare la possibilità anche ai figli degli immigrati di coltivare il sogno sportivo.
Sono proprio le parole di Antonelli a raccontare l’impegno messo in quella sfida: dalla ricerca di un campo dove giocare alla colletta per dare ai ragazzi gli indumenti minimi per allenarsi, dalle partite all’aperto in pieno inverno fino all’iscrizione al campionato. Lì arrivò un ostacolo apparentemente insormontabile: ogni squadra poteva avere solo 2 extracomunitari, ma la Tam Tam era composta esclusivamente da ragazzi che per lo Stato italiano erano ancora extracomunitari. Nati in Italia, alunni delle scuole italiane, parlano italiano, ma i ragazzi nigeriani figli di immigrati non erano ancora italiani per la Federazione Pallacanestro. E’ stata necessaria una norma inserita in Legge di Bilancio dall’allora ministro dello Sport Lotti, voluta dal Pd guidato da Matteo Renzi e dal Governo presieduto da Paolo Gentiloni, per permettere a quei ragazzi di giocare.
Una norma, come ha ripetuto Antonelli nel suo intervento a Napoli, che ha permesso a 800mila ragazzi figli di immigrati di poter fare attività sportiva agonistica nel nostro Paese. Una piccola rivoluzione, che forse ha permesso di salvare tanti giovani dalla strada e dal rischio di finire nelle maglie della delinquenza o peggio della droga. Una storia a lieto fine che unisce buona politica e buona gestione sportiva, da raccontare e diffondere sul web. Ed io sono grato ad Antonelli per quel che ha fatto, anche se nel suo racconto ha preferito risparmiare per spirito di pace l’ultima parte di questa storia.
Da quella norma voluta dal centrosinistra sono passati due governi, la Tam Tam ha potuto giocare e vincere il campionato regionale, facendo un’impresa spettacolare che ricorda quella del rugby in Sudafrica raccontata nel film Invictus. Peccato che il finale sia diverso. Dopo aver vinto il campionato regionale, la Tam Tam aveva diritto a giocare nell’Eccellenza, ma ancora una volta è arrivato lo stop della burocrazia. Stavolta, però, non c’è stato un governo disponibile a salvare il sogno sportivo di quei ragazzi inserendo una deroga in un decreto: nel disinteresse del presidente del Consiglio Conte, del ministro dello Sport Spadafora, del Movimento 5 stelle e del Partito democratico, della Federazione Pallacanestro del presidente Petrucci, il sogno della Tam Tam è stato infranto, non è stato consentito alla squadra di coach Antonelli di iscriversi al campionato nazionale.
Questo sarebbe il “nuovo” centrosinistra? Che senso ha parlare di diritti, di Ius Soli, di cancellazione dei decreti Salvini, se poi non si interviene nemmeno per garantire a dei ragazzi nati in Italia di poter giocare a basket come tutti i loro coetanei?
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