Un Beppe Grillo “estremamente infastidito”. La resa dei conti all’interno del Movimento 5 Stelle si avvicina, come l’Assemblea costituente di ottobre in cui lo scontro tra il fondatore pentastellato e il leader Giuseppe Conte avrà il suo culmine. Da settimane la tensione tra i due è sempre più alta, con battibecchi e frecciate a distanza. E oggi, fonti vicine a Grillo hanno aggiunto un altro tassello, informando di una lettera privata inviata da Conte all’ex comico.

“Conte vuole farmi fuori dal M5s”, per Grillo la Costituente è una ‘farsa’

La lettera avrebbe toni e contenuti “al limite del ricatto“, secondo Grillo. E ovviamente, il fondatore del M5s avrebbe espresso “pieno disappunto” per le decisioni prese da Conte: in primis il posizionamento del Movimento a sinistra e per ultima la foto del cosiddetto ‘patto della birra‘ tra l’ex premier, i vertici di Avs, Pd e +Europa. “Queste scelte perché non vengono decise alla Costituente? E viene esclusa la Comunità 5 Stelle?”, avrebbe detto Grillo, secondo cui in realtà la Costituente sarebbe solo “una farsa per farlo fuori”, in modo da permettere a Conte di farsi “un partito tutto suo”.

La lettera ricatto dell’ex premier ‘padre padrone’ a Grillo

Le fonti vicine a Grillo agitano spauracchi, sottolineando come se la lettera privata venisse diffusa potrebbe “mettere in seria difficoltà” Conte e la sua immagine. Tra le domande retoriche poste dal fondatore ai suoi interlocutori, ci sarebbe stata anche un emblematico: “E poi sarei io il padre padrone?”. Lo scontro continua e ora bisogna capire se Conte, nella pratica sfidato da Grillo con queste dichiarazioni fatte trapelare appositamente, vorrà rispondere alla provocazione rendendo pubblica la lettera alla comunità dei 5 Stelle in modo da “tacere ogni dubbio”.

Grillo: “Addolorato per la lettera”

Non è arrabbiato Grillo, “non è la parola giusta, ma dispiaciuto, e anche tantissimo, questo sì”. “Addolorato per una ‘brutta’ lettera”, avrebbe aggiunto il fondatore.  “Dopo aver costruito dal 2013 con passione, animo e voglia il cambiamento per l’alternativa alla politica delle carriere, non se lo aspettava”, secondo le fonti vicine al garante. “Beppe è sempre stato per la pace e si è affidato a tutti coloro che hanno sposato i principi di un movimento ‘rivoluzionario'”, concludono.

Redazione

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