L’allarme coronavirus non risparmia l’Italia, ma al momento tutti i casi sospetti sono risultati negativi ai test. Anche l’ultima emergenza segnalata a Napoli di un cittadino cinese di ritorno dal suo Paese è rientrata. La conferma arriva dalle analisi realizzate all’istituto Spallanzani di Roma dopo il ricovero del ragazzo, di 28 anni, all’ospedale Cotugno del capoluogo campano. E mentre dentro i confini asiatici il numero dei contagi sale a quota 6mila, per i connazionali che si trovano ancora in Cina arriva una buona notizia: la Farnesina ha disposto per giovedì un volo per rimpatriare, su base volontaria, gli italiani bloccati a Wuhan, la città maggiormente colpita dal nuovo virus. Una volta in Italia seguiranno un protocollo sanitario definito dal ministero della Salute.

A Wuhan “i nostri concittadini sono 70 circa, quelli che accetteranno di rientrare dovrebbero essere circa 60″, ufficializza Stefano Verrecchia, capo dell’Unità di crisi della Farnesina. “In realtà sono un po’ di più quelli presenti in Cina – precisa il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri del Movimento 5 Stelle -, ma qualcuno è sposato con una persona cinese che non potrebbe partire quindi resteranno in Cina”. Dopo la decisione della British Airways di sospendere tutti i voli da e per la Cina, il Codacons si rivolge all’Enac e chiede di bloccare tutti i collegamenti aerei “a tutela della salute pubblica e fino a che non vi saranno adeguate garanzie per i passeggeri”. Lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, spiega che “ci sono ancora voli che dall’Italia vanno in Cina, ma li sconsigliamo se non strettamente necessari”.

Ad ogni modo, è bene non lasciarsi travolgere dalla psicosi. “È evidente che non si può stare tranquilli, la situazione è molto seria e non può essere sottovalutata”, invita Speranza, che giovedì terrà una informativa urgente nell’Aula del Senato e della Camera sulla diffusione dell’epidemia. “Abbiamo istituito una task force attiva 24 ore su 24 al ministero. Il livello di attenzione va tenuto altissimo, però – aggiunge – non bisogna spargere allarmismo”.

Resta un’incognita, oltre alla questione trasporti, la ricaduta del virus sul turismo. “Non abbiamo ancora dei numeri, immagino che ci saranno problemi nei due flussi. Stiamo aspettando l’evoluzione”, ammette il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.

“NO A QUARANTENA AUTOMATICA” – Gli italiani che rientreranno domani non saranno messi in quarantena in modo automatico ha fatto sapere il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito, ma sarà valutata la situazione caso per caso. “Neppure gli Usa lo fanno, le autorità decideranno qual è la forma migliore di sorveglianza, che non sarà necessariamente una quarantena. Credo che nessuno pensi di ospedalizzare persone che stanno bene”. Saranno sottoposti a sorveglianza sanitaria in una struttura militare e cui modalità devono ancora essere definite, ha spiegato il segretario generale del Ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, al termine di una riunione tecnico-scientifica sul Coronavirus. “L’obiettivo è ridurre al massimo il disagio”.

SPORT AL PALO – Gare annullate, qualificazioni olimpiche ‘traslocate’ oltre confine, squadre finite in isolamento. Persino incontri disputati senza pubblico. Anche lo sport finisce in quarantena costretto a fare i conti con i rischi del contagio del nuovo virus che sta paralizzando la Cina e allertando l’organizzazione mondiale della sanità. Il segnale di massima allerta, che dà l’idea della gravità della situazione e di come il ‘nemico invisibile’ sia imprevedibile e difficile da controllare, è arrivato dalla Fisi (Federazione internazionale degli sport invernali) obbligata in via precauzionale a cancellare le gare di discesa e SuperG maschile, in programma il 15 e 16 febbraio, nella localita’ di Yanqing. Si trattava di eventi dal valore anche simbolico perché rientravano tra i test preolimpici, i primi in assoluto, in vista dei Giochi di Pechino 2022.

Non solo: per la prima volta la Cina era inserita nel calendario di Coppa del Mondo di sci alpino. Non proprio un bel biglietto da visita. Benché la località sia a circa 1.200 km da Wuhan, epicentro del contagio da coronavirus, l’influenza polmonare ha indotto ad uno stop forzato rinviando il primo test-event sulla pista cinese alla prossima stagione, nel marzo del 2021. “Anche se il rischio di contagio è basso nella zona prevista per le gare la salute e il benessere degli atleti e di tutti i partecipanti alla Coppa del Mondo è una nostra priorità. Gli atleti devono poter pensare solo alle loro performance, soprattutto nel caso di una nuova pista di gara”, ha detto il presidente Fis, Gianfranco Kasper.

Anche il calcio ha subito una serie di intoppi mentre altri eventi sono finiti sotto stretta sorveglianza (tra tutti il Gp di F1 del 19 aprile in programma a Shanghai) in attesa di capire l’effettivo propagarsi dell’epidemia. Dopo che il quadrangolare di qualificazione olimpica con Australia, Cina, Thailandia e Taipei, previsto a Wuhan e poi dirottato a Nanchino, è stato spostato definitivamente a Sydney, proprio in Australia la squadra di calcio femminile cinese è stata messa in quarantena. Sei giorni fa era stata infatti a Wuhan in preparazione al torneo e dunque è una potenziale portatrice del virus. Giocatrici e staff, in totale 32 persone, dovranno restare in un hotel di Brisbane sotto il monitoraggio del personale medico fino al 5 febbraio. Il gruppo è arrivato nella città australiana su un volo da Shanghai prima che i funzionari di frontiera li mettessero in quarantena. Nella stessa Shanghai la partita del turno preliminare di Afc Champion League contro il Buriram United si è giocato in uno stadio deserto proprio per la diffusione del virus. La squadra maschile del Wuhan approdata a Malaga, in Spagna, per la preparazione pre-campionato, è stata dirottata a Sotogrande vedendosi annullare l’amichevole contro i russi del Krasnodar prevista per la metà di febbraio. “Non ci sono sintomi, serve sdrammatizzare. Il periodo di incubazione è passato. Manchiamo dalla città focolaio dal 3 gennaio”, ha tuonato il tecnico spagnolo del club cinese, Josè Gonzalez.

E mentre si stanno valutando attentamente i rischi in vista dell’atteso Gp di F1 che riverserà su Shanghai migliaia di persone, l’allarme virus ha rivoluzionato anche il calendario delle qualificazioni pre-olimpiche di basket femminile: da Foshan il girone con Spagna, Corea del Sud, Gran Bretagna e la stessa Cina si giocherà nella prima settimana di febbraio a Belgrado, costretta così ad ospitare due manifestazioni dato che è sede del preolimpico che coinvolge anche Usa, Nigeria, Mozambico e Serbia.

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