Renzi annuncia che correrà da solo. Letta dichiara che se farà delle alleanze le farà obtorto collo, solo perché l’impone la legge elettorale. Sul fronte opposto Giorgia Meloni minaccia: o il centrodestra mi garantisce che se vinco sarò io la premier, o è inutile fare coalizione. Bene. Proviamo a fare una ipotesi suggestiva.

Ma se il Pd e Fratelli d’Italia decidessero di infischiarsene della legge elettorale e di correre in solitaria? Può sembrare una ipotesi di fantapolitica ma non è così. E anzi, probabilmente renderebbe più chiara e popolare la competizione. Vediamo i numeri e facciamo qualche calcolo. A occhio e croce Meloni e Letta se andassero al voto senza coalizione utilizzerebbero abbondantemente il meccanismo del voto utile. E dunque potrebbero arrivare entrambi a sfiorare il 30 per cento. Con questo 30 per cento, a parte qualche collegio del Nord che andrebbe alla Lega in coalizione con Forza Italia, Letta e Meloni si dividerebbero i 200 collegi del maggioritario.

Diciamo una ottantina a testa e quaranta a Lega e Berlusconi. Questo vorrebbe dire che alla Camera Letta e Meloni otterrebbero, più o meno 160 o 170 seggi ciascuno. A entrambi ne mancherebbero una trentina o una quarantina per governare. Per fare maggioranza dovrebbero chiedere i voti ai partiti più piccoli. E lì scatterebbero i giochi delle alleanze, molto variabili, ma comunque dominati dai due partiti largamente più grandi. Sarebbe un nuovo schema di bipolarismo, meno secco, più politico, più parlamentare, ma forse l’unico in grado di garantire una maggioranza abbastanza omogenea e un governo stabile. Ci sono molte ragioni per non compiere questa scelta?

Avatar photo

Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.