La leader di Fratelli d’Italie Giorgia Meloni ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Stampa. È la favoritissima nei sondaggi, da mesi stabile in vetta nelle classifiche delle intenzioni di voto. È lei che esce meglio dalla crisi di governo, che ha ottenuto quello che voleva: il voto del 25 settembre. Si dice pronta a governare. “Chi vince governa” perché “questa regola ha sempre funzionato” e “non abbiamo il tempo di cambiarla”.

La Repubblica aveva pubblicato qualche giorno fa una bozza di squadra di governo, al quale Meloni starebbe lavorando da qualche mese. Non era escluso un passo indietro per Palazzo Chigi qualora dovesse essere necessario per trovare una sintesi con gli alleati della coalizione di centrodestra – suona improbabile dopo l’ascesa degli ultimi anni. Nessun totonomi invece nell’intervista al quotidiano torinese. Ieri Meloni ha incontrato a pranzo a Villa Grande a Roma l’ex Presidente del Consiglio e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: l’Italia è in piena campagna elettorale.

Sul programma: “Nel programma comune dovremmo concentrarci sulle cose che si possono fare. Meglio mettere una cosa in meno che una in più che non si può realizzare“. Nessun rischio dal voto, e sulle riforme Fdi garantirà disponibilità perché si arrivi alle scadenze in tempo utile. Sui rapporti con gli alleati, la leader di Fdi confida “che si mettano da parte i tatticismi”. Bisogna “compattarsi per battere l’avversario. L’avversario è il Pd”. E tra l’altro: “A differenza della sinistra, non ci dobbiamo inventare un’identità. Le nostre proposte si conoscono, si tratta di ribadirle”.

Sulle riforme da fare in vista della nuova tranche del Pnrr “garantiremo la nostra disponibilità affinché si arrivi alle scadenze in tempo utile”, assicura Meloni. “Se non otteniamo dei soldi è perché il governo non ha lavorato bene”. Meloni conferma inoltre il sostegno all’Ucraina aggredita dalla Russia: “È stata una delle decisioni più facili della mia vita”. E sull’invio di armi: “Bisogna essere lucidi: non possiamo pensare di essere neutrali senza conseguenze”. La politica estera resterebbe quella di oggi: “Per me è una condizione. E non credo che gli altri vogliano metterla in discussione”.

Passo indietro sul discorso al comizio in Spagna della destra franchista di Vox, immagini che erano diventate virali. “Cambierei il tono, non il contenuto, perché quelle sono cose che ho detto molte volte. Quando dici cose decise vanno dette con un altro tono” perché “quando mi sono rivista non mi sono piaciuta. Quando io sono molto stanca, mi capita di non riuscire a modulare un tono appassionato che non sia aggressivo”. Forse una maniera per apparire più rassicurante: il New York Times ha pubblicato un editoriale sul futuro “desolante” dell’Italia, la newsletter GZero di Ian Bremmer ha parlato dell'”erede della tradizione post-fascista e la campionessa del nazionalismo euroscettico”, Foreign Policy si chiede dell’atteggiamento verso Mosca, El Mundo ha pubblicato un profilo della leader di Fdi definendola “admiradora de Mussolini”.

Un retroscena de La Stampa intanto lascia intendere come la scalata per Palazzo Chigi potrebbe essere più complicata del previsto per Meloni. Da Forza Italia e Lega ci sarebbero resistenze a regalare una campagna elettorale contro la “fascista” Meloni al Partito Democratico e paura per una brutta reazione sui mercati e nelle cancellerie straniere. La possibilità che Fi e Lega si presenteranno insieme per superare i voti di Fdi è stata più volte scartata ma continua a essere sussurrata sui media. La coalizione di centrodestra al momento è data a oltre il 46% dai sondaggi.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.