E’ da stamattina che non sento nient’altro che parlare di questa “rivoluzione calcistica” che si chiama Superlega. Inizio con il dire che non ne capisco nulla di calcio e ogni volta che mio padre insieme ai miei tre fratelli si siede sul divano per vedere una partita, io preferisco cambiare stanza. Capisco se il Napoli ha vinto guardando semplicemente in faccia lui e uno dei miei tre fratelli. Gli altri due sono juventini quindi la maggior parte delle volte sono sempre felici. Dunque, come molto spesso succede quando si parla di calcio, i pareri non sempre sono uguali per tutti e così è anche rispetto alla Superlega.

Onestamente non capisco come una notizia del genere possa finire nelle prime pagine dei giornali a livello mondiale, forse in molti di questi la maggior parte dei giornalisti sono maschi. Ho capito però che questa sarà la novità della settimana o forse per anche per più tempo. Ho capito che la Superlega avrà una struttura molto simile all’NBA. Parteciperanno 20 squadre, 15 di queste saranno sempre le stesse ogni anno e sono le squadre fondatrici e le altre cinque si selezioneranno anno dopo anno a seconda dei risultati ottenuti. Le 20 squadre saranno divise in due gironi e chi perde non retrocede. Le squadre fondatrici hanno versato la stessa quota e per quanto riguarda le squadre italiane, le più forti della serie A parteciperanno: Milan, Inter e Juventus.

Dal punto di vista degli spettatori-tifosi di squadre meno forti della serie A, la creazione di un nuovo torneo è positiva perché, se la Juve dovesse essere esclusa, ci sarà molta più competizione. Poi c’era chi diceva che senza la Juve anche gli arbitri avrebbero lavorato meglio. Il problema però è per la stessa serie A che a livello economico ci perde. Proprio per questo, forse sono partite diverse “minacce” nel tentativo di non far partire mai la Superlega. Una è rivolta ai giocatori che parteciperanno al torneo e che di conseguenza non potranno partecipare ai mondiali, come se la scelta della squadra di partecipare alla superlega dipendesse da loro e non dai presidenti delle squadre.

Un’altra idea che mi sono fatta è relativa al calciomercato. Tutte le squadre rimaste in serie A vorranno vendere i propri giocatori alle squadre della Superlega e gli stessi giocatori verrebbero venduti a prezzi maggiori quindi, visto che con l’assenza delle tre squadre più forti non serviranno più le “punte di diamanti”, tutte le squadre economicamente in difficoltà potranno usare la vendita dei giocatori come ultima spiaggia per salvarsi.

Ah ho anche scoperto chi sono Ceferin e Gravina. Il primo è il presidente della Uefa che ci è rimasto molto male soprattutto nei confronti di Agnelli (il presidente della Juventus) in quanto “non ha mai visto nessuno mentire così spudoratamente” ma allo stesso tempo non è preoccupato perché la Champions League può andare avanti anche senza le 12 squadre. Mentre Gravina, è il presidente della The Italian Football Federation o meglio conosciuta come Federcalcio, è dice che il calcio è dei tifosi e chi partecipa alla Superlega è fuori dalla Fifa. Ma la domanda è: perché i tifosi delle squadre che forse parteciperanno alla Superlega non dovrebbero essere contenti?

Cosa ho capito della Superlega? E’ come se alla fashion week uno stilista per ogni città dove avviene l’evento vincesse un premio. Poi chi vince, si sfida in una seconda fashion week. Ad un certo punto gli stilisti migliori europei decidono di creare una super fashion week senza pensare che molto probabilmente la maggior parte degli spettatori che pagavano per partecipare ad una sfilata, ora pagheranno per la stessa sfilata, ma a un’altra azienda.

 

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Laureata in relazioni internazionali e politica globale al The American University of Rome nel 2018 con un master in Sistemi e tecnologie Elettroniche per la sicurezza la difesa e l'intelligence all'Università degli studi di roma "Tor Vergata". Appassionata di politica internazionale e tecnologia