L’investimento a scatola chiusa è da 3 miliardi e mezzo di euro. Li garantirà JP Morgan, la banca statunitense che è uscita allo scoperto annunciando di essere il finanziatore del progetto della Superlega europea. Le squadre fondatrici se li dividerebbero equamente, arrivando a guadagnare come semplice gettone di presenza i primi 350 milioni di euro, a fronte dei circa 120 milioni che guadagna il solo vincitore della Champions League. Con questi soldi le superpotenze europee puntano a ridurre l’impatto causato dalla pandemia sull’economia dei club, in difficoltà coi bilanci da marzo 2020.

Nell’ultimo triennio la distribuzione dei quasi 2 miliardi di euro per la spedizione europea delle squadre è stato diviso così: il 25% (488 milioni) di anticipo ai partecipanti, 585 milioni da distribuire in base ai risultati. Un ulteriore 30% viene diversificato in base al piazzamento degli ultimi 10 anni, mentre il denaro restante, 292 milioni, viene elargito sulla base di importi variabili. Non è ancora stata confermata la redistribuzione interna alla Super League, ma dovrebbe essere triplicata per ciascuna delle partecipanti rispetto a quanto offerto dalla Champions.

Inoltre, il fondo di solidarietà della nuova competizione parla di 10 miliardi di euro, contro i poco più di 4 miliardi che la UEFA ha stanziato nel 2020. L’obiettivo è passare dai 3,2 miliardi di ricavi europei di Champions ed Europa League a 5/6 miliardi nel breve termine e fino a 10 miliardi nel medio termine. La pandemia di Covid ha infatti eroso il giro d’affari del calcio europeo producendo un ammanco tra i 6 e gli 8 miliardi di euro.

Il quotidiano sportivo spagnolo El Mundo Deportivo riporta che JP Morgan avrebbe accettato di finanziare il progetto insieme a Key Capital, società legata a Borja Prado, collaboratore di Florentino Perez, presidente del Real Madrid. Key Capital offrirebbe un reddito assicurato ai club della Superlega di circa 360 milioni di euro

Nello statuto della nuova entità si fa riferimento al fatto che “i pagamenti di solidarietà saranno superiori a quelli attualmente generati dal sistema europeo di concorrenza e dovrebbero superare i 10 miliardi di euro nel periodo di impegno dei club”.

Non è un caso che, per difendersi, leghe nazionali ed europee abbiano minacciato sanzioni economiche, sapendo di non poter giocare sul ricatto dell’esclusione dalle loro competizioni. Da questo punto di vista il coltello dalla parte del manico ce l’hanno i club, senza i quali le competizioni perderebbero appeal e – di conseguenza – soldi dagli sponsor e dai diritti televisivi.

Lo scossone intanto sembra piacere agli investitori. La Juventus, poco prima di mezzogiorno, scatta del 12,8%, mentre il Manchester, che ha come mercato principale New York, sale di oltre il 5% nel pre-mercato.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.