Il caso Panzeri fa riflettere. Il Parlamento Europeo, luogo per eccellenza lontano dai riflettori, diventa il centro dell’attenzione mediatica continentale. E non in chiave positiva. Che cosa sta succedendo e perché? Certamente perché qualcuno ha assunto comportamenti sconcertanti (questo a prescindere dal garantismo che va osservato in ogni contesto), ma questo è potuto succedere anche perché esistono incredibili falle nel sistema. Innanzitutto, chi ha fatto la soffiata? Si parla di un paese concorrente che si è visto occupare dal Qatar uno spazio con metodi arrembanti e dilettanteschi.

Non si tratta, insomma, di un’inchiesta frutto dei controlli in atto all’interno delle istituzioni UE. Il risultato, comunque, è che la voce del Parlamento Europeo sarà necessariamente più debole e meno autorevole. A cominciare dall’argomento rispetto dei diritti umani. Quanto alle falle del sistema. Innanzitutto, manca una efficace regolamentazione dei lobbisti che gravitano attorno al Parlamento, unitamente ad un regime di incompatibilità circa le attività degli assistenti parlamentari. E questo è tanto più necessario quanto più si ha a che fare con istituzioni lontane, che non sono soggette alla valutazione quotidiana da parte dei cittadini. Quando il controllo politico non esiste, tutto diventa possibile. Inoltre, manca una intelligence indipendente a livello europeo. Ciò comporta che le istituzioni non abbiano una propria tutela, soprattutto a livello di controspionaggio.

Devono affidarsi ai singoli stati ed alla cooperazione internazionale che, spesso, rispondono ad interessi diversi. Da ultimo, emerge la necessità di una regolamentazione ed un controllo delle ONG: sino ad oggi hanno operato pensando di avere una sorta di immunità utilizzando la parola magica “rispetto dei diritti umani” spesso associata ad altra parola magica “migranti”. Con il paradosso di tradire proprio quei valori che a parole dichiarano di voler difendere. Da un punto di vista istituzionale quello che è successo è molto di più di uno scandalo. E’ una scossa di terremoto che si abbatte su una costruzione che ha fondamenta molto fragili. Verrebbe voglia di dire che, ad oggi, l’Europa non esiste. Quello che emerge è solo un insieme di interessi, particolari, a volte addirittura personali.