L’Italia sta affrontando l’inizio di una nuova ondata della pandemia, rafforzata dalla diffusione dalla variante Delta.
L’aumento dei positivi da Covid-19 dovrebbe dare una spinta al sistema di tracciamento che è più efficiente quando i casi registrati di contagio sono pochi. Con uno, due, tre o quattro positivi diventa più semplice mappare la linea di contatti e adottare misure necessarie per arginare la diffusione del virus.

Funzionerebbe tutto alla perfezione, se solo ci fosse più collaborazione da parte dei cittadini. Ma manca un senso di responsabilità soprattutto da parte di giovani e giovanissimi, timorosi di trascorrere parte delle vacanze estive in isolamento fiduciario perché venuti a contatto con un positivo. Ed è proprio tra i giovani che il coronavirus circola molto, perché hanno più vita sociale degli adulti, spostandosi più facilmente per vacanze estive.

Assessore D’Amato: “Giovani siano responsabili”

Il silenzio di alcuni, che scelgono di non denunciare alle autorità sanitarie di essere positivi al coronavirus e la conseguente omissione della rete di contatti, manda in tilt il sistema di tracciamento locale e nazionale.

In un’intervista a Repubblica, l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, lancia un appello ai giovani. “Spero che i ragazzi se ne rendano conto: il contact tracing serve a frenare l’epidemia – ha dichiarato D’Amato – Chiedo che, adesso più che mai, ci sia la massima collaborazione, necessaria per limitare i danni e controllare la circolazione del virus, che oggi avviene soprattutto in fascia giovanile”.

L’assessore del Lazio comprende il punto di vista dei giovani, che non vogliono trascorrere 14 giorni in quarantena durante l’estate, ma sostiene che questa logica sia errata, perché “così si compromette il blocco della catena di trasmissione. E (i giovani) rischiano di colpire gli adulti e gli anziani ancora non vaccinati”.

D’Amato preme sulla necessità di collaborare con le attività di tracing e completare il ciclo vaccinale, sottolineando che questo il momento adatto poiché “non c’è pressione ospedaliera”.

Ma l’assessore sottolinea che scomparire volutamente dai radar ha però una conseguenza penale. Infatti, “se una persona, che sa di essere positiva, omette di dichiarare i suoi spostamenti e i suoi contatti compie un reato perseguibile penalmente”, afferma D’Amato.

Casi raddoppiati e pochi vaccinati

Coloro che omettono di essere positive, non sottoponendosi all’isolamento fiduciario, rischiano di infettare chi ancora non si è vaccinato o è stato inoculato con la prima dose del vaccino, non ottenendo quindi una copertura totale. Come riporta Repubblica, infatti, 17 milioni di persone che non hanno fatto nemmeno una dose di vaccino.

E nel Lazio si sta aggravando la situazione. La diffusione della variante Delta spinge a premere l’acceleratore sulla campagna vaccinale. L’estensione dell’uso obbligatorio del green pass, al vaglio del governo, potrebbe raccogliere quella frangia di restii e “ritardatari” che ancora non si sono vaccinati, in attesa della fine della bella stagione. Ma gli esperti temono una crescita esponenziale di nuovi contagi entro la fine di agosto.
Il Lazio è già in allarme. In una settimana si sono triplicati i casi: in sette giorni si è passati da 475 a 1.414 positivi.

Come riporta l’assessore alla Sanità D’Amato, nel Lazio sono state superate le 6,2 milioni di vaccinazioni. Il 71 per cento della popolazione adulta ha ricevuto almeno una dose e il 58 per cento due dosi. Ma la Regione guarda a un obiettivo “Nella prima settimana di agosto 70 per cento della popolazione adulta avrà ricevuto due dosi”.