Al ballottaggio l'ex sindacalista trionfa sul leader di estrema destra
Dal carcere al terzo mandato, Lula si riprende il Brasile: due milioni di voti più di Bolsonaro (che tace)
Luiz Inácio Lula da Silva ha vinto il ballottaggio contro Jair Bolsonaro ed è stato rieletto per la terza volta alla guida del Brasile. Al termine di un testa a testa serratissimo, iniziato così come al primo turno a ricorrere l’esponente di estrema destra, il leader della sinistra ha ottenuto il 50,83% dei voti contro il 49,17% del presidente uscente, a capo del partito di estrema destra. Il Tribunale superiore elettorale ha ufficializzato la vittoria, col 98,86% del totale delle sezioni scrutinate. Poco più di due milioni lo scarto di voti che ha consentito a Lula di tornare presidente del Brasile dopo l’esperienza avuta tra il 2003 e il 2011.
Un successo che sa di riscatto per Lula, 77 anni, che negli scorsi anni ha scontato ben 19 mesi di carcere sulla base di false accuse per corruzione. Festa nelle strade del Brasile dove in queste ore si sono radunati i sostenitori dell’ex sindacalista.
Il leader del Partito dei lavoratori nel primo turno aveva accumulato oltre sei milioni in più dell’avversario. Anche questa volta Bolsonaro è risultato in testa ai conteggi per gran parte dello spoglio, perdendo il primato man mano che venivano contati i voti delle regioni del nordest, tradizionale bacino elettorale della sinistra. Il sorpasso è arrivato con il 67,76 per cento delle schede scrutinate, circa un’ora e tre quarti dopo l’avvio dello scrutinio. Per Lula si è trattato del sesto assalto alla presidenza: dopo aver perso nel 1989, 1994 e 1998, Lula ha vinto le elezioni del 2002 e del 2006, anno in cui ha sconfitto al ballottaggio Geraldo Alckmin, oggi suo candidato vice.
Alla chiusura dello spoglio, Lula ha commentato: “Hanno cercato di seppellirmi vivo, ma ho avuto un processo di resurrezione nella politica brasiliana. Sono qui per governare il Paese in un momento molto difficile, ma riusciremo a trovare le risposte“. Dopo una campagna elettorale tesa e carica anche di violenze, Lula ha lanciato un appello di unità: “Non è una vittoria mia o del mio partito, ma di un immenso movimento democratico, oggi c’è un solo vincitore: il popolo brasiliano. Dal primo gennaio governerò per tutti i brasiliani e non solo per quelli che mi hanno votato. È tempo di riunire la famiglia. A nessuno interessa vivere in un Paese perennemente in guerra. È tempo di deporre le armi“.
Lula ha dedicato la sua vittoria a Dio e nel suo primo discorso ha citato il messaggio di papa Francesco al Brasile: “Il Papa ha inviato un messaggio al Brasile pregando affinché il popolo sia libero dall’odio, dall’intolleranza e dalla violenza. Voglio dire che vogliamo lo stesso, perché la verità vinca la menzogna e la speranza sia più grande della paura“.
Origini molto umili, Lula è figlio di una famiglia povera e analfabeta di Caetes, nello Stato brasiliano rurale di Pernambuco, dove è nato il 6 ottobre 1945. A 7 anni, con la madre e i 7 fratelli e sorelle si trasferì nella città costiera di Santos, nello Stato di San Paolo, ma Luiz Inacio dovette lasciare la scuola dopo la quarta elementare. La sua vita lavorativa cominciò a 12 anni, come lustrascarpe e venditore di strada, mentre a 14 trovò il suo primo lavoro regolare in una fabbrica di rame. Quindi prosegui’ gli studi e ricevette un diploma equivalente al conseguimento della scuola superiore. A 19 anni perse il mignolo della mano sinistra in un incidente, mentre lavorava come operatore di una pressa in una fabbrica di componenti automobilistici e fu allora che si avvicinò al sindacalismo, osteggiato dalla dittatura militare al potere in Brasile, e per reazione la sua visione politica si indirizzò a sinistra.
In questa campagna elettorale, Lula si è rimesso in gioco, mostrandosi sui social, anche su TikTok, conquistando più seguaci di Bolsonaro. Un politico umano, che balla, fa sport, racconta commuovendosi la drammatica esperienza in carcere. Ha più volte definito Bolsonaro come una persona “disumana” e “incompetente” per “non aver versato una sola lacrima” per le oltre 685 mila vittime del Covid-19, per aver “diviso le famiglie” e “trasformato vecchi amici in nemici”.
Quanto a Bolsonaro, il presidente uscente non ha commentato la vittoria del suo avversario storico. Secondo i media brasiliani, si sarebbe isolato nel palazzo presidenziale e non risponderebbe alle telefonate degli alleati politici: lo scorso venerdì il leader di estrema destra aveva garantito che “chi prende più voti, vince”, ma non è escluso che il distacco così ristretto possa portare a ricorsi e contestazioni.
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