Nostalgia canaglia, un po’ come Luci a San Siro che di improvviso si riaccendono, riportando indietro “la mia seicento, i miei vent’anni, ed una ragazza che tu sai”, insomma una magia.
Eppure è quello che succede, nel solito posto peraltro, Piazza San Giovanni o meglio il campo dei miracoli, in un sabato di ottobre, che sembra ancora estate, “una piazza così non si vedeva da almeno dieci anni”, si sente infatti esultare dal palco. È che i ricordi si sprecano, Circo Massimo nel 2002 soprattutto, gli anni di distanza però sono 21, e l’obiettivo nel mirino, meno generico, la difesa dell’articolo 18.
I pullman (700), le bandiere rosse, i pugni chiusi, gli slogan contro la Nato, l’equilibrismo su Hamas e sull’Ucraina, che rispolverano l’internazionalismo ‘d’antan’, le volgarità nei coretti contro Giorgia Meloni, che riecheggiano quelli contro mille avversari del passato. Insomma il mercatino ‘vintage’ al completo, non manca nulla, forse la voce calda di un cantautore amico dopo i comizi.
E poi c’erano loro, soprattutto loro, che emozione, di nuovo insieme, dopo le recenti diaspore, divisioni per fortuna dimenticate, superate, di nuovo abbracciati lungo il tragitto del corteo, nella gioia e nei sorrisi del retropalco, “Eh già Sembrava la fine del mondo Ma sono ancora qua ci vuole abilità Eh, già”.

In una sequenza fotografica impietosa, che assomiglierebbe molto ad un album di famiglia, si distinguerebbero almeno 5 gruppi. Il cerchio di Elly per cominciare, nessuno escluso, Furfaro, Bonafoni, Braga, Gribaudo, Boccia, Camusso, Boldrini, Orlando, Provenzano, ci sono praticamente tutti, fatta esclusione degli esponenti della minoranza, che sono assenti, non è la loro festa. I familiari ritrovati in grande spolvero: Bersani, Speranza, Scotto, Cofferati, persino Fassina, ovviamente Pagliarulo (“Nei territori occupati la situazione è degenerata, nel silenzio complice della comunità internazionale”). I giurassici: Rosy Bindi, Gustavo Zagrebelsky. I cari parenti: Nichi Vendola (“Sono qua con la Cgil e per salutare la mia amica Elly”), Nicola Fratoianni (“la guerra in Medioriente è frutto dell’ignavia dell’Occidente”), Angelo Bonelli. I parenti serpenti del M5S: il vicepresidente Riccardo Ricciardi, (“L’importante è unirsi con il Paese”), Vittoria Baldino, anche se certo, manca lui, Giuseppe Conte, che ha preferito un incontro politico nella natia Foggia, ma ha mandato, sia detto, messaggi augurali, l’alleanza per le amministrative si farà, forse anche in Piemonte.
Insomma un evento, la manifestazione di sabato della Cgil, ‘la via Maestra, insieme per la Costituzione’, sembra più che altro un ricongiungimento, carramba che sorpresa, siamo tutti qui, la ditta che ora non è più la ditta bensì una famiglia, una famiglia allargata che ha il suo lessico immutabile, lo stesso lessico, le stesse piattaforme, praticamente dal secolo scorso. E poi c’è il padre della ‘reunion’: Maurizio Landini (“Siamo la vera piazza virtuale del Paese”), l’uomo che è riuscito a portare il motore in Corso Italia e a trasformare il Pd di Elly Schlein nella cinghia di trasmissione, un sogno che si avvera, un sogno che non era riuscito ai suoi predecessori Susanna Camusso e Sergio Cofferati, che pure eccome se ci avevano provato.

I partiti così siedono sugli spalti, nonostante la manifestazione sia molto più politica che sindacale: Costituzione, lavoro, sanità e scuola pubbliche, diritti, giustizia sociale e redistribuzione, chi più ne ha, più ne metta. D’altra parte è lo stesso leader della Cgil a mettere in chiaro, a rivendicare con orgoglio, “Non siamo qui per trattare singole questioni, bensì per cambiare il Paese”, con la facilità di non indicare mai le coperture di bilancio, una bella comodità in effetti. La realtà così diventa questa: il sindacato rosso che sostituisce la politica, ed i leader di partito sistemati come follower.
“Sono molto felice di essere qui, il Partito democratico c’è e ringraziamo la Cgil e tutte le altre associazioni che hanno regalato questa bella giornata di speranza”, dice infatti la segretaria ‘gregaria’, in camicia bianca ed arrivata al corteo già senza voce. “Una manifestazione davvero impressionante”, commenta inebriato quello che è stato ‘riaccolto’, Pier Luigi Bersani.
La prova generale dello sciopero generale, secondo gli organizzatori è andata bene, ci vedremo a metà novembre. Che poi vada come deve andare, se Elly Schlein alle Europee, non superasse il 20%, è già pronto lui per il testimone, l’uomo dei miracoli, Maurizio Landini.

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Vive a Roma ma è cresciuto a Firenze, è un antico frequentatore di corridoi, ha la passione per Philip Roth e per le melanzane alla parmigiana, predilige il paesaggio della Versilia