La maggioranza balla. Sulle trivelle e sul Superbonus. E per tenerla buona palazzo Chigi autorizza subito l’aumento del contante da mille e cinquemila euro. E niente tasse sui premi e sugli straordinari ai dipendenti. Il decreto Aiuti 4 è finalmente arrivato, i soldi anche. E questa è la cosa più importante: 9, 4 miliardi per prorogare fino a fine anno le misure di sconti-benzina, crediti di imposta, rateizzazione bollette e bonus sociali pensati dal governo Draghi e che portano ormai a oltre 70 miliardi il tesoretto per alleviare – non certo risolvere – il peso dell’inflazione arrivata ormai quasi al 10% e della speculazione. Il governo Meloni è andato, come si dice, “in scia”, ha cioè prolungato le norme utilizzando quel tesoretto trovato nelle pieghe del bilancio grazie al +0,6 % del Pil nel terzo trimestre.

Il punto è che nelle sei pagine e negli otto articoli del decreto ci sono anche due sorprese destinate a far fibrillare la maggioranza: la norma per il via libera all’estrazione di gas nel mar Adriatico da giacimenti esistenti ma non sfruttati; la norma che imbriglia il Superbonus edilizio del 110% e ne prevede il rimborso al 90%. Una correzione destinata a cancellare abusi e truffe e che Draghi avrebbe tanto voluto fare ma non poteva che altrimenti il Movimento 5 Stelle e anche la Lega avrebbero alzato le barricate. Le stesse che saranno alzate anche in questa maggioranza. Se la norma delle trivelle era già stata approvata nel Consiglio dei ministri del 4 novembre e da allora era in attesa di trovare “casa”, per il taglio del Superbonus si pensava che tutto fosse rinviato all’anno nuovo. L’anticipazione è dettata dal fatto che il Ministero delle finanze è disperatamente alla ricerca di soldi per far dare un senso alla legge di bilancio. E riuscire a fare, almeno accennare, qualcuna delle promesse fatte. Che è la grande preoccupazione di tutti ma soprattutto di Matteo Salvini. E anche di Giorgia Meloni.

Prima ancora che il Consiglio dei ministri deliberasse, ha scritto su twitter: “Tetto al contante da mille a 5 mila euro; niente tasse su premi e straordinari ai dipendenti, rateizzazione per le bollette delle aziende: altri passi in avanti in coerenza con programma elettorale”. La rateizzazione con interessi pari a quella dei buoni del tesoro è stata introdotta sempre da Draghi nel decreto di agosto, il Ter appunto, quando era già stato dimissionato. Le altre due norme, soprattutto la liberalizzazione del contante, è lo zuccherino dato a Salvini e gli elettori del destra-centro. La norma sulle trivelle è l’articolo 4 ed è di totale competenza del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Fi) che ha limato e curato fino all’ultimo secondo utile il testo del decreto cercando di smussare le critiche di molti veneti a cominciare dal presidente della regione Luca Zaia che giusto ieri in un’intervista ha parlato di “gravissimo errore” e di “danni ambientali ingenti” qualora si dovesse procedere all’implementazione delle estrazioni dei giacimenti naturali che si trovano nel mar Adriatico.

Zaia documenta i dubbi con gli studi di geologi che mettono in guardia dal fare questa mossa. “I nostri sono litorali sabbiosi, la Croazia non ha questo problema visto che è tutto roccia” ha spiegato. Motivo per cui, tra gli altri, non abbiamo mai dato seguito allo sfruttamento di 30-40 miliardi di mc di gas. L’articolo 4 dà il via libera all’estrazione di due miliardi di mc di gas finalizzati “al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, attraverso l’incremento dell’offerta di gas di produzione nazionale destinabile ai clienti finali industriali a prezzo accessibile”. Al comma successivo si precisa che l’autorizzazione estrattiva riguarda “le concessioni di coltivazione di idrocarburi poste nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalle linee di costa superiore a 9 miglia e aventi un potenziale minerario di gas per un quantitativo di riserva certa superiore a una soglia di 500 milioni di metri cubi”.

Non solo: “È consentita la coltivazione delle concessioni a condizione che i titolari delle concessioni medesime aderiscano alle procedure di cui al comma 1 e previa presentazione di analisi tecnico-scientifiche e programmi dettagliati di monitoraggio e verifica dell’assenza di effetti significativi di subsidenza sulle linee di costa da condurre sotto il controllo del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica”. Basteranno questi paletti per convincere Zaia e i veneti? Senza contare che anche gli ambientalisti di destra sono contrari all’aumento dell’estrazione. Nel 2016 la stessa Meloni manifestava contro il referendum. Dunque anche in Fratelli d’Italia ci possono essere alcuni mal di pancia rispetto a questa misura. Inatteso qui e ora anche il taglio del Superbonus. Abbassare il contributo pubblico dal 110 (opera a totale carico dello Stato) al 90% significa cancellare l’alibi per tanti abusi e truffe. Oltre al fatto che aver alzato così tanto la domanda ha fatto impazzire anche i prezzi dei materiali e della mano d’opera. Il Consiglio dei ministri è iniziato alle 19, rinviato di ora in ora per due volte. Fino a quel momento accanto all’articolo 7, sul Superbonus, era evidenziata la scritta “in valutazione”.

 

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.