PQM
Lo chiamano decreto sicurezza ma è una farsa. La borseggiatrice rom, lo straniero irregolare, il detenuto rivoltoso: quando il governo guarda alla bolla social

Corro volentieri il rischio di scivolare in una sorta di retorica anche un po’ demagogica, ma mi è difficile non sottolineare come il decreto-legge sicurezza – improvvisa trasfigurazione dell’originario DDL in nome di imperscrutabili ragioni di “necessità ed urgenza” – irrompe con squilli di tromba e grida di soddisfazione, sullo sfondo di due tremende vicende criminali. Una è di questi giorni: tre morti e qualche ferito a seguito di una sparatoria innescata, a Palermo, da motivi talmente futili da risultare quasi incomprensibili (forse una manovra automobilistica un po’ azzardata). L’altra è di oltre un anno fa, ma è pure cronaca di questi giorni per la pronunzia della sentenza di condanna del giovane omicida (minorenne), anche in quel caso per motivi futilissimi (gli sarebbero state involontariamente calpestate le preziose sneaker bianche nuove nuove).
Gli obiettivi social del decreto sicurezza
Entrambi gli episodi sono avvenuti in strade gremite di gente, animate solo dalla voglia di passare una bella serata con gli amici. Due vicende tremende, che ci parlano di giovanissimi ragazzi che girano armati, e che quelle armi non vedono l’ora di usarle, possibilmente en plein air. Sono vicende che hanno a che fare (non con il degrado e la emarginazione sociale ma) con la “sicurezza”? Beh, se questo è il piano del ragionamento, certamente. E hanno qualcosa a che fare con il decreto sicurezza? Nemmeno di striscio. Perché in questo decreto gli obiettivi sono quelli coltivati nella bolla social, nell’incessante ribollire rabbioso e scomposto che la anima e la tiene in vita: borseggiatrici incinte, accattoni molesti, detenuti con eventuali intenzioni rivoltose ancorché non-violente, migranti irregolari che si materializzano minacciosi in stazioni ferroviarie e della metro o in zone limitrofe, petulanti manifestanti che bloccano il traffico o imbrattano opere d’arte. Questi sono i trend topic, dunque questa è l’urgenza.
Benzina per i decreti sicurezza
Vi invito a riflettere: quelle due tremende vicende omicidiarie vengono certamente commentate sui social, ma presto scompaiono dal flusso emotivo. Non riescono a sollecitare polemiche, non innescano tormentoni. Provate ad immaginare se i protagonisti, invece che essere giovanissimi ragazzi siciliani o campani, fossero stati immigrati irregolari; o se le sparatorie fossero state innescate da un borseggio in metropolitana: non staremmo parlando d’altro da giorni, fiumi di rabbia e di odio, e benzina per tutti i decreti sicurezza di questo mondo. Non ho strumenti di analisi sufficienti per valutare in modo serio queste dinamiche sociali: ma so per certo che lo scandalo è della politica, che insegue pateticamente ed irresponsabilmente queste pulsioni, queste reazioni senza equilibrio, queste isterie collettive, dando ad esse in pasto aggravanti, iperboli punitive, cervellotiche nuove figure di reato, tutto materiale pernicioso per la tenuta dei princìpi cardine di uno Stato di diritto, quanto penosamente inutili.
Tutti comprendiamo perfettamente che la sacrosanta esigenza delle persone di poter camminare per le strade delle proprie città sentendosi protetti e sicuri, meriterebbe risposte ben più serie che grottesche aggravanti a pioggia e accanimenti su “tipi d’autore” (la borseggiatrice rom, lo straniero irregolare, il detenuto rivoltoso, il manifestante che blocca il traffico). La sicurezza presuppone controllo del territorio, presenza efficace e diffusa delle forze dello Stato a ciò deputate, adeguato addestramento, efficaci strumenti tecnologici in dotazione. La risposta alla richiesta di sicurezza da parte dei cittadini è un atto doveroso per lo Stato, a maggior ragione nelle zone o nei contesti di forte degrado sociale. Ma il grottesco caravanserraglio di aggravanti ed incrementi di pena squadernati in questo decreto-legge, nel cinico inseguimento del consenso social, è – a quel dichiarato fine – peggio che inutile: è una indecorosa farsa. Ecco di cosa si occupa PQM questa settimana. Buona lettura!
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