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Di Maio sempre più solo e confuso, Di Battista sorride…
Ed eccolo Di Maio come il Lacco danzante che porta speranza e luce nelle sue agorà digitali. È libero dagli impegni, sta in auto isolamento e quale migliore occasione per fare la conta dei suoi fiduciari? Campania, Puglia e Sicilia, le sue roccaforti. Si incontra su Zoom con quei pochi rimasti che lo seguono perché ora, il Movimento, è a pezzi e lui vuole fare la conta e capire il suo futuro dopo la Farnesina.
Parla di export, Made in Italy ed altri argomenti che poco hanno a che fare con queste regioni alle prese col problema Covid e senza posti in terapia intensiva e intanto, il senatore Gasparri, membro della Commissione Parlamentare di vigilanza, presenta un’interrogazione per chiedere a che titolo Di Maio partecipa alla trasmissione 90° minuto su Raidue “nessun legame istituzionale con lo sport eppure è lì, a commemorare la scomparsa di Paolo Rossi“.
Di Maio ha molto tempo per sé e tra un’agorà con pochi intimi e un salotto sportivo, scappa dalla valanga di impegni che dovrebbe trattare, seriamente! C’è il fascicolo Regeni e poi, su tutti, il dossier sui pescatori italiani ingiustamente detenuti in Libia da oltre 100 giorni. Un macigno sulla nostra politica estera che ha richiesto l’intervento della UE, perché, altrimenti, i nostri italiani restano nelle mani di Haftar. Silenzio alla Farnesina, nessuna dichiarazione, ma il suo entourage riscalda i motori perché un eventuale rilascio dei connazionali sarà gestito in pompa magna con Di Maio deus ex macchina dell’atto finale di questa tragedia.
Una recitazione continua; una roboante esposizione senza dir nulla e affidandosi al puro generalismo. Ma qualcuno sospetta che questa farsa delle agorà digitali possa servire a far capire a Conte che quel che resta del Movimento è in mano al rais di Pomigliano e il premier, se vuole trovare la pace, deve parlare con lui e non con Crimi o Di Battista. Qualcun altro invece sostiene che questa mossa sia utile per la futura segreteria di partito, classico, tradizionale, italiano, succulento e lontano anni luce dal movimento dell’uno vale uno. A osservare lo spettacolo di questa tragedia greca c’è il PD che cresce e parla con Renzi e, insieme, le due espressioni di centrosinistra, tiranno le somme anche su chi è saltato dal carroccio al Nazareno pur di rimanere a galla. Un epilogo triste, tipico della tragedia greca, di molti partiti scomparsi rapidamente e di tanti politici che, dopo la Farnesina, non hanno avuto più futuro. Di Battista sorride, sornione, sa che è lui il movimento, quello vero, quello popolare delle idee e delle trasformazioni che non ha bisogno di agorà digitali perché la base è già con lui.
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