"Sarà governo prendere o lasciare"
Draghi alle 19 al Quirinale, pronta la lista di ministri e sottosegretari: le date di giuramento e fiducia alle Camere
Un blitz che aveva lasciato presagire una imminente salita al Colle del premier incaricato Mario Draghi. Invece la sortita nel suo ufficio di Montecitorio è stata breve (circa mezz’ora) e dopo, l’ex presidente della Bce, non si è recato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ma è tornato nella sua residenza in Umbria.
Dopo il doppio giro di consultazioni con i partiti, le parti sociali e gli esponenti della società civile e dopo aver incassato l’appoggio del Movimento 5 Stelle che sulla piattaforma Rousseau ha dato esito positivo ad entrare nella nuova, vasta maggioranza, Draghi ha preso tempo.
“Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà alle ore 19 (di venerdì 12 febbraio, ndr) al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio incaricato Professor Mario Draghi” si legge sull’account Twitter del Colle.
LE ANTICIPAZIONI – Draghi al Quirinale, la lista dei ministri: “Più politici che tecnici”
Draghi scioglierà dunque le riserve sul mandato affidatogli da Mattarella annunciando anche la lista dei ministri che darà vita al nuovo Governo il cui giuramento potrebbe avvenire già sabato 13 febbraio o al massimo lunedì 15. All’inizio della prossima settimana, probabilmente mercoledì 17 febbraio, è atteso poi il voto di fiducia delle Camere.
Il Presidente della Repubblica Sergio #Mattarella riceverà alle ore 19.00 al Palazzo del #Quirinale il Presidente del Consiglio incaricato Professor #MarioDraghi
— Quirinale (@Quirinale) February 12, 2021
Il premier incaricato sta definendo gli ultimi dettagli sulla lista di ministri e sottosegretari che daranno vita al nuovo esecutivo tecnico-politico con i dicasteri prevalentemente guidati da tecnici e una più ampia platea di vice legati ai singoli partiti. “Non sarà un modello Ciampi, né un modello Dini, sarà il modello Draghi”, dicono fonti vicine all’ex numero uno di Francoforte confermando di fatto alcun confronto con i partiti che hanno dato parere favorevole ad entrare in maggioranza.
Un rigoroso silenzio che fa salire alle stelle la tensione nei partiti. La giornata di Draghi è stata lontano dai riflettori. Il professore lavora alla squadra e al programma lontano da palazzi della politica. Pertanto, senza coinvolgere i leader delle forze politiche che hanno dichiarato fedeltà a ‘Super Mario’. L’ex governatore della Bce passa la mattinata nella sua residenza romana per poi spostarsi nei suoi uffici in Bankitalia nel pomeriggio. Una mossa quasi scontata, lì Draghi ha tutti gli effetti personali e una riservatezza che le mura di palazzo Koch gli hanno sempre garantito.
“Nessun contatto” con il premier incaricato, confermano diverse fonti politiche dal Pd alla Lega, fino ai 5Stelle. Il ragionamento è semplice, spiegano diverse voci parlamentari: “ogni partito ha dato la sua rosa di nomi, Draghi comunicherà chi ha scelto e dove lo ha collocato”. Nessun confronto, nessuna trattativa, anche perché il mandato all’uomo del “whatever it takes” è stato delineato dal Colle e, confessano quasi sottovoce, “inutile sarebbe forzare la mano, non è la persona giusta per farlo”. Un esecutivo con la massima fiducia possibile del Parlamento “che non debba identificarsi con alcuna formula politica”, aveva detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, prima di conferire l’incarico a Draghi. E così sarà. I partiti dovranno insomma prendere o lasciare.
I NOMI – Secondo quanto riporta LaPresse, Enrico Giovannini – già ministro, ex presidente Istat e attuale portavoce dell’Asvis, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile – e Federico Testa, presidente di Enea, potrebbero ricoprire l’incarico di numero uno del ministero della Transizione ecologica. New entry per questo ruolo anche Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont. Per il Mise salgono le quotazioni del professore Carlo Cottarelli, ma anche del manager Vittorio Colao. Alle forze politiche – qualora fossero confermati i tecnici all’Interno (Lamorgese), Giustizia (Cartabia o Severino), Esteri (Belloni e Dassù) e Istruzione ( Bianchi,) – rimarrebbe davvero poco.
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