“È stato Vito Crimi, in qualità di capo politico” del Movimento 5 Stelle, “a decidere in merito al quesito da porre” sul Governo attraverso la piattaforma Rousseau. Con poche e laconiche parole Davide Casaleggio ha scaricato sul reggente politico del Movimento 5 Stelle la paternità del quesito sul quale dalle 10 di questa mattina (e fino alle 18) stanno votando gli iscritti aventi diritto, 119.570 secondo il notaio Valerio Tacchini.

Un quesito che in molti, anche tra gli stessi parlamentari e giornali vicini al Movimento, hanno etichettato come tendenzioso: “Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”, è la domanda posta agli iscritti.

L’esito appare scontato, sarebbe infatti “tafazziano” per la base grillina bocciare l’operato dei parlamentari svolto nei due governi a guida Giuseppe Conte. L’eventualità è comunque presa in considerazione, tanto che Casaleggio ha chiarito che “qualora vincesse il no, ci sarà da stabilire se il voto” del Movimento 5 Stelle al nuovo Governo “sarà negativo o di astensione”.

Su Facebook, a votazioni aperte, Crimi ha dovuto anche ricordare con un post scriptum evidenziato in grassetto al termine di un post dedicato alle vicende che hanno portato al voto in corso su Rousseau che “la votazione di oggi sarà l’unica votazione sul governo. Se prevarrà il sì sosterremo il governo, se prevarrà il no non lo sosterremo”. Su questo punto però Casaleggio, parlando con i giornalisti in merito al voto sulla piattaforma, ha aperto ad una terza possibilità: “So che negli ultimi giorni ci sono state diverse istanze da molti senatori per inserire l’opzione di astensione, però parlando anche con Vito Crimi mi ha garantito che questa opzione verrà contemplata qualora dovesse vincere il no”, ha spiegato il presidente di Rousseau. E sulla possibilità di una seconda votazione il figlio del co-fondatore Gianroberto spiega: “A questo ovviamente non posso rispondere io, sarà il capo politico a decidere“.

LA FRONDA INTERNA – La votazione indetta su Rousseau è “tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del M5S al governo Draghi”. Lo scrivono in una nota congiunta i parlamentari M5S Abate, Angrisani, Colletti, Corrado, Costanzo, Crucioli, Cabras, Giuliodori, Granato, Lannutti, Maniero e Volpi. “La motivazione addotta per il rinvio del voto su Rousseau – affermano – era l’asserita esigenza di attendere lo scioglimento della riserva sulla composizione della coalizione che sosterrà il governo Draghi nonché l’imprescindibile necessità di valutare il programma di tale governo. Oggi quel voto è stato indetto senza che nulla di certo si sappia né sull’accozzaglia di partiti che voteranno la fiducia, né su ciò che tale eterogenea maggioranza intende realizzare”.

Chi saranno i ministri? – continua la nota –  Salvini, Boschi e qualche impresentabile di Forza Italia? Quali sono le fasce sociali che verranno supportate maggiormente? I più deboli, i lavoratori o le banche e i detentori di rendite finanziarie? Nessun obiettivo sostanziale del governo Draghi è stato messo per iscritto né è stato anche semplicemente enunciato verbalmente. La motivazione del rinvio era dunque un mero pretesto per posticipare il voto a un momento maggiormente propizio per condizionarne l’esito. Fatto ancor più grave, il quesito su cui votare, pubblicato oggi, è stato formulato in maniera suggestiva e manipolatoria, lasciando intendere che solo con la partecipazione del M5S al governo si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente governo e dalla precedente maggioranza: dati i numeri abbondanti della maggioranza che sosterrà il governo Draghi il moVimento non potrà condizionarlo neppure facendone parte, e anzi perderà parte della forza con cui potrebbe denunciarne l’operato standone all’opposizione”.

“Inoltre – scrivono i 12 parlamentari M5S – il quesito pone particolare rilevanza spacciando come risolutiva la ‘creazione’ di un ministero della Transizione ecologica, che in realtà altro non è che la mera ridenominazione del già esistente Dipartimento per la transizione ecologica, che peraltro avrebbe comunque avuto particolare importanza per espressa previsione del Recovery plan. Tutto ciò getta dubbi sull’utilizzo imparziale dello strumento di democrazia diretta da parte dei vertici del moVimento. Per tali motivi, riteniamo che la votazione indetta con le predette modalità sia tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del M5S al governo Draghi”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.