Le Ragioni di Israele
“Ebrei, uscite dal ghetto” l’appello di Ferrara sul Fatto

Sul Fatto Quotidiano online, Gianluca Ferrara, già senatore del M5S, pubblica questo appello che vale la pena riportare quasi integralmente. La scritta, a caratteri cubitali, è “USCITE DAL GHETTO!”, ed è posta sopra un’eloquente e inquietante fotografia che mostra quattro ebrei con la kippah, ritratti di spalle, davanti al Tempio Maggiore di Roma. I quattro sembrano immobili, assorti, evidentemente incerti o turbati. Il titolo recita: “Il silenzio della Comunità ebraica italiana su Gaza è complicità. Il mio appello: uscite dal ghetto!”. Poi si legge che “i primi a denunciare questo orrore dovrebbero essere proprio coloro che hanno vissuto, o ereditato nella propria storia familiare, le mostruosità di Auschwitz o Dachau”. E punta il dito contro la Comunità ebraica in Italia: “Un silenzio assordante davanti a un genocidio che ogni giorno cancella vite, radici, famiglie intere. È paura o adesione al piano criminale di Netanyahu?”. Insomma, la Comunità ebraica italiana è stata accusata di essere “indifferente all’orrore che si consuma in Palestina”. “Il male non ha bandiera né colore politico: va denunciato, sempre. Chi conosce la storia del ghetto ebraico di Roma sa bene cosa significa essere disumanizzati. Umiliazioni, violenze, deportazioni, la razzia del 16 ottobre 1943. Bambini strappati alle madri. Famiglie cancellate. Chi ha ereditato quella memoria dovrebbe oggi alzare la voce. Perché il ‘mai più’ non può valere a intermittenza. Altrimenti è ipocrisia”, si legge nell’appello.
Per molti secoli, la Chiesa ha sostenuto che gli ebrei che non si fossero convertiti al cristianesimo avrebbero continuato a rendersi personalmente partecipi dell’uccisione di Gesù, e la Santa Inquisizione si è attivamente adoperata nei loro confronti. Si tratta di una precisa posizione teologica che affonda le sue radici nell’antica dottrina cristiana, proposta, in vari modi, da storici e teologi dei primi secoli, alcuni dei quali poi dichiarati eretici, altri eletti al vertice dell’agiografia. Pensatori come Origene, Eusebio, Agostino, Ambrogio, Giovanni Crisostomo e molti altri. Tutti hanno lasciato un’impronta profonda nel Dna cristiano, tanto cattolico quanto protestante. Il crimine del deicidio sarebbe rimasto, per sempre, a gravare, come una macchia indelebile, su tutte le generazioni degli ebrei, fino alla fine dei secoli. Solo il battesimo avrebbe potuto sollevarli da questa terribile colpa (anche se, com’è noto, spesso neanche quello bastava). Solo dopo il Concilio Vaticano II queste posizioni sarebbero state accantonate, anche se non sono del tutto scomparse. Pure in quei secoli l’accusa era la stessa: aver ucciso dei bambini. Oggi sono migliaia; ieri era uno solo, ma era un bambino speciale, il figlio di Dio. Ovvio che valesse di più.
Esisteva ed esiste, comunque, un mezzo per salvare l’anima. Ieri era l’abiura dell’ebraismo, e quindi del deicidio; oggi l’abiura del palestinicidio. Per fortuna, nel Medioevo molti ebrei hanno scelto il battesimo, salvando così l’anima del loro popolo. E per fortuna, anche ai giorni d’oggi, ci dice Ferrara, alcune “poche voci libere” del mondo ebraico italiano si levano a condannare l’eccidio. Poche, molto poche, ma comunque ci sono. Questi pochi coraggiosi salvano, almeno in parte, l’ebraismo italiano dalla vergogna e dall’ignominia. Forse c’è qualche “voce libera”, anche una sola, che salvi il Fatto Quotidiano e il M5S dalla vergogna e dall’ignominia?
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