Elly Schlein sarà candidata alle elezioni europee. L’annuncio ufficiale lo ha dato la stessa segretaria del Pd nella relazione alla direzione del partito al Nazareno a Roma. “Sono disponibile a dare una mano con spirito di servizio, mi candido a dare una spinta a questa meravigliosa squadra e a un progetto di cambiamento del Pd e del Paese” ha dichiarato Schlein, che ha fatto capire come la sua sia una candidatura da leader e che nel caso venisse eletta non andrebbe al Parlamento europeo. Quella del Pd è “una squadra plurale e competente, sperando di eleggerla tutta per lavorare in Europa, mentre io sarò qua nel confronto quotidiano da segretaria, nel Pralmento, con Giorgia Meloni per le sue scelte scellerate per l’Italia”.

Elezioni europee, i capilista del Pd: Schlein, Bonaccini, Annunziata, Cecilia Strada

I capilista del Pd sono stati decisi e li ha annunciati Igor Trauffi, della segreteria del partito: Cecilia Strada nella circoscrizione Nord ovest, Stefano Bonaccini al Nord est, Elly Schlein al Centro e nelle Isole, Lucia Annunziata al Sud.

Nelle liste del Pd ci saranno anche l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, l’ex sardina Jasmine Cristallo ma anche i sindaci Giorgio Gori, Dario Nardella, Matteo Ricci e Antonio Decaro. Sarà di nuovo candidato il capodelegazione Pd all’europarlamento Brando Benifei, ma anche Irene Tinagli e il deputato Alessandro Zan. La novità potrebbe essere Eleonora Evi, ex 5 stelle e AVS. Presenti anche Lele Fiano, Annalisa Corrado, Ivan Pedretti, Elisabetta Gualmnini, Alessandra Moretti. Al Centro c’è Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Alessia Morani. Al Sud, invece, ci sarà Pina Picierno, Sandro Ruotolo e Lello Topo. Nelle Isole, Antonio Nicita, Lidia Tilotta e Pietro Bartolo.

Il nome di Schlein sul simbolo: la discussione nel partito

Bonaccini ha annunciato che il nome di Elly Schlein potrebbe comparire nel simbolo per le elezioni europee, un modo per spingere ancora di più il voto del Pd e per contrastare l’astensionismo. L’esecutivo dem deve votare su questo, ma non tutti sono d’accordo. Nella Direzione è intervenuto Gianni Cuperlo, dicendosi contrario a questa possibilità: “Il nome nel simbolo è per l’elezione monocratica, alle europee bisogna votare Pd. Mettere il nome del simbolo implica obiettivamente una identificazione che presuppone un’idea di politica e un modello di partito che fino ad oggi non è mai stato il nostro. Noi non siamo Fdi, la Lega, Fi, Iv o Azione. Elly  te lo dico per la considerazione e la stima che è cresciuta nei tuoi confronti in questo anno di tua segreteria: tu non sei Giorgia Meloni, non sei Matteo Salvini, non sei Tajani, non sei Renzi, non sei Calenda. Tu sei meglio di tutti questi personaggi che ho appena citato. Tu sei meglio e vieni da una cultura diversa”.

Contrari anche Beppe Provenzano, Paola De Micheli, Debora Serracchiani e altri.

Redazione

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