Gli attacchi di Budapest
L’Ungheria contro il padre di Ilaria Salis: “Lo ha fatto diventare un caso politico, rifletta su sua figlia”

Mentre Ilaria Salis rimane in carcere in Ungheria, Budapest attacca il padre della donna. Il portavoce del governo di Viktor Orban, Zoltan Kovacs, si è scagliato infatti contro Roberto Salis, colpevole – secondo l’Ungheria – di aver fatto diventare la vicenda della figlia un caso politico. Intanto, la possibile candidatura della 39enne alle elezioni europee sembra tramontare.
L’Ungheria contro Roberto Salis, il padre di Ilaria
Kovacs, in un video pubblicato sul suo account X, ha attaccato Roberto Salis: “Negli ultimi mesi e nelle ultime settimane il padre di Ilaria Salis ha parlato con tutta la stampa dell’Europa occidentale, come pure con alcuni media Usa, è stato addirittura invitato all’Europarlamento, e ha ripetutamente espresso gravi accuse infondate o ha ribadito accuse infondate già esistenti che non possono essere lasciate senza risposta”. “Dovremmo aggiungere che lui stesso ha trasformato il caso di sua figlia in un tema politico e ora sembra sorpreso che arrivino risposte politiche a queste accuse totalmente infondate. Come padre farebbe forse bene a riflettere su come sua figlia si sia trovata in un incidente del genere ancora una volta, perché questo caso non è senza precedenti; la signora in questione è stata coinvolta in incidenti simili in passato” ha dichiarato il portavoce ungherese.
“Quando vengono lanciate accuse politiche contro di noi nessuno dovrebbe essere sorpreso che politici si alzino in piedi per respingere queste accuse perché è nostro dovere difendere la reputazione e l’integrità dell’Ungheria, come pure l’indipendenza delle nostre istituzioni, in questo caso il sistema giudiziario”, ha aggiunto Kovacs.
Il portavoce governativo ha poi spiegato la versione di Budapest sui fatti per cui è accusata Ilaria Salis che “non è un’eroina“: “Queste persone sono venute in Ungheria in un gruppo organizzato con l’intenzione premeditata di attaccare persone che credevano essere fasciste. Hanno compiuto le aggressioni da dietro, il che significa che le vittime delle aggressioni non hanno avuto la possibilità di difendersi quindi hanno riportato ferite molto gravi, in molti casi ferite che cambiano la vita”. “Non dimentichiamo, in effetti, che dovremmo sottolineare che il crimine in questione è estremamente grave e prevede allo stesso modo sentenze severe in base al sistema legale ungherese”, ha ribadito Kovacs.
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