Il 2022 sarà certamente ricordato come l’anno horribilis delle carceri Italiane. Ad oggi sono 80 i suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno, secondo il dossier aggiornato di Ristretti Orizzonti. Il numero più alto di sempre: solo nel 2009 a fine anno i suicidi superarono le 70 unità, fermandosi però a 72. Non si tratta di numeri ma di storie, vere, umane. Drammi che fotografano il disastro del carcere e continua a produrre vittime. Una tragedia che troppo spesso avviene nel silenzio. Come è avvenuto per Elvira che si è tolta la vita in carcere il 13 dicembre 2021. Secondo quanto raccontano le amiche di Elvira, quella morte sfuggì alle cronache, non se ne parlò. Ma le sue compagne, le ragazze di Sbarre di Zucchero, hanno deciso di ricordarla “per donare ad Elvira, ad un anno di distanza, la dignità di una menzione che il suo suicidio non ha mai avuto”, scrivono. Riportiamo di seguito il ricordo di Micaela Tosato e Monica Bizaj per Sbarre di Zucchero.

Elvira era una giovane donna rumena di 27 anni, con un trascorso di tossicodipendenza ed aveva pochi mesi da scontare per giungere al suo fine pena. Era rientrata in carcere dopo essere scappata da una comunità, per amore, come tante volte accade. Il 13 dicembre dello scorso anno però decise di farla finita, dopo una telefonata alla famiglia che le negò il domicilio per poter richiedere una misura alternativa alla detenzione in carcere. Quel pomeriggio Elvira, approfittando del fatto che la sua compagna di cella era in permesso, decise di impiccarsi, decise che le sue speranze ed i suoi sogni erano finiti. Fu trovata da una ragazza che ai tempi faceva la “spesina” nella sezione femminile dell’Istituto e che provò a tirarla giù da quel cappio improvvisato, ma per lei non c’era già più nulla da fare, la vita le era già scivolata via dalle mani.

Il suicidio di Elvira però passò inosservato, doveva passare inosservato, per non rovinare l’evento previsto il giorno successivo, ovvero l’inaugurazione dell’area cani all’interno del carcere, con la presenza delle Istituzioni locali, e così fu, non ci fu giornale o tv locale che ne parlò, Elvira si suicidò nel silenzio più assordante. Il giorno successivo le ragazze lì ristrette, quando videro che i tg locali non ne fecero menzione, privilegiando la notizia dell’inaugurazione del canile interno al carcere, inscenarono una protesta rumorosa con la battitura, ma furono subito redarguite dal personale penitenziario che paventò rapporti disciplinari se la battitura fosse proseguita.

Successivamente alla tragica morte di Elvira successe che E., sua compagna di detenzione, cadde in una profonda depressione, come testimoniato ad uno dei convegni di Sbarre di zucchero, e chiese di poter avere un supporto psicologico per affrontare la sua sofferenza, ma le fu negato dall’Istituto, le fu detto dall’area sanitaria che essendo ancora giudicabile non le spettava questo genere di supporto, come se la sofferenza psicologica facesse distinzione in base alla posizione giuridica di una persona. Ed oggi le ragazze di Sbarre di zucchero vogliono ricordarla così, per donare ad Elvira, ad un anno di distanza, la dignità di una menzione che il suo suicidio non ha mai avuto: “Un anno fa, dopo aver fatto una telefonata, si suicidava in carcere Elvira. Allora nessuno ne fece menzione, gli unici servizi in TV il giorno dopo furono solamente sull’ inaugurazione della nuova area cani del carcere. Elvira era una ragazza dolce, tranquilla, non si sentiva mai. Le parlavi e ti sorrideva. Non possiamo immaginare il male che si portava dentro per decidere di impiccarsi… Ciao Elvira, sei e rimarrai nei nostri pensieri. Le ragazze di SBARRE DI ZUCCHERO … quando il carcere è donna in un mondo di uomini.

a cura di Rossella Grasso

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