Recep Tayyip Erdogan si conferma alla guida della Turchia. Il presidente ha ottenuto il 52 per cento dei consensi, sconfiggendo così il rivale Kemal Kilicdaroglu. Il risultato è chiaro, anche se non mancano critiche dell’Osce per la campagna elettorale “distorta” e quelle di molti osservatori per i regali di Erdogan fuori dai seggi. Una tradizione che nel giorno delle elezioni è stata vista come un’ultima mossa di propaganda.

Ottenuta la rielezione in quella che per Erdogan è stata la sfida più difficile della sua stagione al potere, il nuovo mandato del “Sultano” si apre con alcuni interrogativi. La situazione finanziaria è complicata dall’elevata inflazione. Pesa il tema dei rifugiati siriani, diventato terreno di scontro su chi voleva applicare la ricetta più dura sul loro rimpatrio. Rimane aperto il dossier curdo, questione centrale della politica interna turca.

Infine, in questo 2023 che è anche il centenario della Repubblica – anniversario cruciale per l’ambizione di Erdogan di ergersi a grande leader della storia turca – sorgono anche dubbi sui tavoli aperti in campo internazionale. Il presidente in questi anni ha giocato d’azzardo, ma in campagna elettorale ha mostrato un volto meno assertivo, anche nei confronti dell’alleato-nemico greco. Ue, Nato e Russia conoscono il “Sultano”, ma si tratta di capire come sarà in questo nuovo mandato in cui già parla di “secolo turco”.

Lorenzo Vita

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