L'intervista
Eugenio Giani: “Con Toscana diffusa combattiamo gli squilibri territoriali. E i PIR daranno respiro alle strutture ospedaliere”
Il Riformista incontra il presidente della regione Toscana per un bilancio di fine anno «Piccoli borghi, presidi territoriali, Pir periferici», la manovra regionale riguarda tutti
Incontriamo il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, Pd, mentre nella sua Firenze fervono i preparativi per il Capodanno, incluso il tradizionale tuffo in Arno. Tra dieci giorni il governatore toscano, incurante del freddo, metterà il costume per dare l’esempio ai suoi corregionali. E si tufferà per primo. Oggi può dichiarare chiusa la manovra finanziaria regionale. Gli chiediamo un punto e un bilancio dell’anno trascorso. «Nella manovra finanziaria 2025 della regione – anticipa – prevediamo anche il finanziamento della Toscana diffusa, ovvero per la valorizzazione dei due terzi dei comuni che sono più difficilmente raggiungibili, che hanno una minore densità abitativa, ma che sono importanti come le grandi città».
Cosa vuole essere la ‘Toscana Diffusa’?
«Un modello di sviluppo che combatte gli squilibri territoriali e promuove una crescita equilibrata: sostiene territori e comunità più fragili valorizzandone le specificità. L’atto fondamentale di governo, ovvero il programma regionale di sviluppo 2021-2025, identifica come ‘Toscana Diffusa’ l’insieme dei comuni che vivono una condizione di perifericità nell’accesso alle reti di collegamento materiale e immateriale, ai servizi socio-sanitari e assistenziali, allo studio e alla formazione, al lavoro, all’insediamento ed all’esercizio delle attività produttive nonché all’offerta culturale e ai servizi digitali».
Concretamente, che cosa fate?
«Con questa legge vogliamo promuovere una crescita equilibrata di tutta la Toscana, sia in termini economici che sociali, e assicurare parità di diritti a tutti i cittadini toscani indipendentemente da dove vivono. La legge che è ora alle sue fase conclusive idi approvazione nell’assemblea regionale ci permetterà di mettere a sistema iniziative e investimenti finalizzati proprio a garantire il pacchetto minimo di servizi che potremmo definire ‘di cittadinanza’, incluso quelli di uso quotidiano. E lo faremo attraverso un’attenta distribuzione territoriale delle risorse del bilancio regionale, che insieme a quelle dei programmi regionali finanziati con fondi europei e del Pnrr in totale valgono oltre 15miliardi».
Quali sono i rapporti di questo ‘modello’ con i poli più forti, protagonisti e motore di sviluppo della regione?
«Di assoluta condivisione, anche perché l’intervento sulle aree periferiche può contribuire a decongestionare quelle più centrali e quindi migliorare servizi e qualità del vivere anche lì. Non esiste una Toscana a ‘due caratteristiche’, ma è la stessa Toscana che può essere quella concentrata nelle metropoli così come quella che nel territorio più sparso. Ne sono un esempio virtuoso tutti i comuni, e sono moltissimi, soprattutto quelli piccoli, impegnati a lavorare per conquistare ai propri cittadini qualità del vivere e dell’abitare. Questa qualità è una carta di cittadinanza, per così dire, che ci distingue nel mondo».
La Toscana da anni parla di ‘consumo zero’ di nuovo suolo, come si conciliano queste nuove esigenze con lo sviluppo e le crescenti necessità abitative?
«La Toscana crede nel ‘consumo zero’ di nuovo suolo, anche per frenare cementificazione e impermeabilizzazione dei terreni, le cui conseguenze sono evidenti a tutti, specialmente adesso che il cambiamento del clima estremizza i fenomeni. Puntiamo sulla rigenerazione urbana come recupero e riutilizzo di immobili o spazi in disuso o sottoutilizzati, a rischio degrado, e come contrasto allo spopolamento e all’abbandono di quei piccoli borghi che sono il DNA della nostra regione».
L’attenzione al recupero dei piccoli borghi ma anche di mura e fortificazioni è una caratteristica della sua legislatura…
«Si, già da presidente del consiglio regionale ho fortemente voluto la legge sulle città murate, che destina risorse al recupero e alla valorizzazione delle mura storiche e delle fortificazioni come torri, castelli e ponti una dotazione finanziaria stanziata sul bilancio regionale che per il triennio 2024-2026 è di 5 milioni di euro».
Anche sulla sanità sta provando a sperimentare un modello diffuso, da quanto capisco. Ha lanciato i Presidi di Intervento Rapido. Ci aiuta a capire cosa sono?
«I PIR, i Presidi di Intervento Rapido (PIR), sono strutture complementari al pronto soccorso, pensate per razionalizzare l’accesso alle cure e ridurre drasticamente i tempi di attesa per i codici bianchi e verdi. Questi presidi permetteranno di gestire in modo più appropriato le situazioni non emergenziali, alleggerendo il carico sulle strutture ospedaliere. Ciò che una volta comportava ore di attesa al pronto soccorso, al PIR può essere risolto in mezz’ora. È un cambiamento epocale per la sanità toscana».
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