Analisi sbagliate
Europa, i motivi dietro il riamo. Da Macron a Starmer: quelle stesse parole dei maggiori leader europei

A me hanno spiegato che in politica gli errori dipendono da analisi sbagliate e pertanto quando si devono compiere delle scelte ma vi sono opinioni diverse è necessario mettere a confronto le analisi della situazione da cui ciascuno parte. Pur essendo questa la metodologia necessaria, non è detto che sia anche sufficiente, perché non basta individuare i problemi per risolverli se non si dispone dei mezzi adeguati per poterli affrontare.
Il discorso di Macron
Le istituzioni europee stanno discutendo un piano di riarmo (ReArm Europe) da 800 miliardi per garantire la difesa e la sicurezza dell’Europa nel nuovo contesto geopolitico. I motivi di questa drammatica svolta sono stati esposti dai vari leader europei che hanno preso l’iniziativa. Cominciamo dal discorso ai francesi del presidente Emmanuel Macron: «La minaccia russa è qui e riguarda i paesi europei. La Russia ha già trasformato il conflitto ucraino in un conflitto globale. Ha impiegato sul nostro continente soldati nordcoreani, armamenti iraniani, aiutando nel contempo questi paesi ad armarsi ulteriormente. La Russia del presidente Putin viola i nostri confini per assassinare gli oppositori, manipola le elezioni in Romania, in Moldavia. Organizza attacchi digitali contro i nostri ospedali per bloccarne il funzionamento. La Russia cerca di manipolare le nostre opinioni pubbliche con menzogne diffuse sui social network e in fondo mette alla prova i nostri limiti. Lo fa nei cieli, nei mari, nello spazio e dietro i nostri schermi. Questa aggressività sembra non conoscere confini. E la Russia intanto continua a riarmarsi spendendo più del 40 per cento del suo bilancio a questo scopo. Da qui al 2030, prevede di accrescere ulteriormente il suo esercito, di avere 300 mila soldati in più, 3 mila carri armati, 300 caccia in più. Chi può dunque credere, in questo contesto, che la Russia di oggi si fermerà all’Ucraina? La Russia è diventata, nel momento in cui vi parlo e per gli anni a venire, una minaccia per la Francia e per l’Europa».
Quello di Starmer
Dal canto suo il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer, aprendo il vertice da lui convocato lo scorso 2 marzo ha dichiarato che “ottenere un buon risultato per l’Ucraina non è solo una questione morale, ma di sicurezza collettiva. Dobbiamo garantire che Kyiv possa difendersi da futuri attacchi russi”. Poi, affiancato dal presidente francese Emmanuel Macron, il premier britannico ha insistito sulla necessità di una “coalizione dei volenterosi” in Europa, capace di delineare una strategia indipendente da Washington, puntando su un mix di impegno militare europeo e pressione diplomatica.
Le parole di Merz e von der Leyen
Da Berlino Friedrich Merz, il probabile futuro cancelliere tedesco, prende a prestito emblematicamente le parole pronunciate da Mario Draghi “Whatever it takes” durante la crisi dell’euro. Sulla difesa, il leader dei cristianodemocratici e vincitore delle elezioni del 23 febbraio, è pronto a fare qualunque cosa sia necessaria per rispondere «alle minacce alla nostra libertà e alla pace nel nostro continente». Anche Ursula von der Leyen non ha dubbi sui tempi pericolosi che contraddistinguono il presente e che ancor di più possono contraddistinguere il futuro. “Non ho bisogno di descrivere la natura grave delle minacce che affrontiamo, o le conseguenze devastanti che dovremo sopportare se tali minacce dovessero avverarsi”, perché, scandisce, “siamo in un’era di riarmo”.
Lo scenario
Perché i maggiori leader europei (incluso Starmer) si esprimono più o meno con le medesime parole? Il motivo è semplice: essi condividono la medesima analisi sulla svolta nella politica estera Usa. Per la Casa Bianca il nemico storico della seconda metà del XX secolo può essere l’interlocutore con cui spartire le zone di influenza in un nuovo contesto geopolitico. Per Trump non esiste quel disegno espansionistico di Putin che secondo gli europei non si fermerà in Ucraina, ma arriverà a minacciare in breve tempo altri paesi ex satelliti come se la spartizione dell’Europa e del mondo decisa a Yalta fosse stata violata dall’Occidente e dovesse essere ripristinata per evitare la III Guerra mondiale. Vorremmo conoscere l’analisi delle “anime belle” che si dichiarano contrari al riarmo. Come ha dichiarato Maurizio Landini: “Davanti alle sfide e ai problemi internazionali, la priorità strategica dell’Europa non può essere la corsa al riarmo. Le priorità devono essere lavoro, diritti e pace, perché l’Europa è nata per questo ed è questo che l’ha resa forte”. In sostanza, non cannoni, ma burro. Da usare come nel film ‘’Ultimo tango a Parigi’’?
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