Politica
Schlein, decidere o non decidere? Il mondo è nel caos ma Elly non prende posizioni. Il PD impantanato, la fedeltà a Conte e le supercazzole: così la sinistra si fa fuori da sola

Essere o non essere? Era questo il dilemma di Amleto. Oggi, invece, l’enigma che tormenta Elly Schlein è: decidere o non decidere? E non si sa mai quale delle due scelte sia la peggiore. È più grave recitare il copione pacifista e restare ambigui sulla politica estera o sparare a palle incatenate contro il nucleare? In un modo o nell’altro, alla segretaria del Pd va riconosciuta un’abilità invidiabile: fare la scelta sbagliata in entrambi i casi. E nel suo palmarès si aggiunge un altro trofeo: parlare la stessa lingua della Lega e del Movimento 5 Stelle, cantando il ritornello stonato a suon di parole vuote sulla diplomazia e sulla pace.
Il mondo è nel caos ma Elly non prende posizioni
La guerra è alle porte dell’Europa, la Russia sogna un Occidente spaccato, Ursula von der Leyen annuncia un pacchetto da 800 miliardi di euro per la Difesa. Il mondo è nel caos totale. E Schlein è lì, incantata nel suo cosmo: tituba, tergiversa, non sa che fare. Prova a tenere a bada le correnti, cerca di resistere al pressing dei moderati e dei riformisti. Insomma, non vuole scontentare nessuno. Anzi, in realtà un occhio di riguardo ce l’ha. Ed è tutto per Giuseppe Conte. Guai a tradire l’ossessione «testardamente unitaria». E chissenefrega della sicurezza europea e dell’autonomia strategica. L’Ue deve investire in Difesa, senza aspettare che tra qualche anno siano gli altri a proteggerla. Ma Elly finge di non saperlo e la butta sui tecnicismi e sul formalismo: «Lavoriamo per cambiare le proposte e farle andare nella direzione che serve, che non è quella indicata da Ursula. È inaccettabile prendere fondi di coesione e dirottarli su spese militari». Il triplo salto carpiato è agevolato da un’altra supercazzola stile contiana: «Siamo favorevoli a una Difesa comune, ma anche contrari al riarmo dei 27 Stati europei».
Nucleare e Ucraina
Che dire, poi, dell’ombrello nucleare proposto da Emmanuel Macron? Anche in questo caso Schlein non ha il coraggio di dire «no» né di pronunciare «sì», ma preferisce contorcersi pur di non farci scoprire la sua posizione: «Vedremo se chiarirà cosa ha in mente e speriamo che segua una disponibilità analoga a fare un altro passo nel senso di un’Europa federale». Le comiche: lei chiede al presidente francese di farsi capire meglio. Ma almeno sul contingente europeo in Ucraina avrà le idee chiare? Neanche per sogno. «È prematuro». Sul nucleare siamo alla follia. Mentre mezzo mondo punta sull’atomo per l’energia pulita e sicura, Schlein si barrica dietro i vecchi slogan dell’ambientalismo ideologico: «Non ci vede d’accordo. Sulle rinnovabili il nostro paese ha un grande potenziale». Scende in piazza contro le bollette alle stelle e si fa paladina delle famiglie e delle imprese in difficoltà, ma rifiuta il progresso pur di non inimicarsi la sinistra radicale e i 5S.
Chi non sceglie, non conta. Chi decide di non decidere, specialmente dai banchi dell’opposizione, si fa fuori da solo. L’eterno equilibrismo a trazione grillina non porta a nulla, se non a tenere il Pd impantanato nell’irrilevanza e a confermare – semmai ce ne fosse bisogno – che Elly non è pronta per guidare l’Italia. L’unica vocazione a cui può aspirare, al massimo, è quella della sconfitta perpetua.
© Riproduzione riservata