No comment da Downing Street
Europei 2021, Draghi: “Finale a Londra? Non in Paesi ad alto contagio”. La Uefa: “Non sono previsti spostamenti”

“Ho intenzione di adoperarmi perché la finale non si faccia in un paese dove i contagi stanno crescendo rapidamente”. Così ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, rispndendo alla domanda di un giornalista sulla eventualità di trasferire la finale dei campionati europei di calcio da Londra a Roma considerato l’aumento dei contagi da Covid nel Regno Unito.
La finale prevista per l’11 luglio nello stadio di Wembley desta qualche preoccupazione in vista dell’aumento del numero dei contagi. Ma dalla Uefa non arriva alcun dietrofront: “la Uefa, la federazione inglese e le autorità inglesi stanno lavorando a stretto contatto con successo per organizzare le semifinali e la finale di Euro a Wembley e non ci sono piani per cambiare la sede di quelle partite”, afferma in una nota l’Uefa.
No comment da Downing Street alle parole del presidente del Consiglio italiano sull’opportunità di spostare da Londra la finale degli Europei di calcio. A quanto apprende l’agenzia Ansa da fonti bene informate, tuttavia, il governo britannico intende far sapere di essere “completamente impegnato”, in stretto contatto con l’Uefa, a far sì che le semifinali e la finale si possano svolgere a Wembley come previsto “in condizioni di sicurezza” sanitaria per tutti.
Esulta invece la sindaca di Roma Virginia Raggi: “Spostare la finale degli Europei a Roma? Siamo pronti. Dopo successo dell’apertura di Uefa2020, Roma e Italia hanno dimostrato di saper organizzare grandi eventi internazionali”, aveva scritto invece in un tweet.
Intanto in Inghilterra restano attorno a quota 10.000 i contagi da Covid dopo il rimbalzo alimentato dalla variante Delta (ex indiana): nelle ultime 24 ore sono stati 10.633 su oltre 1,1 milioni di tamponi. L’incremento non ha per ora lo stesso impatto sui decessi, conteggiati oggi a non più di 5, in calo rispetto a ieri, anche se il totale è alleggerito verosimilmente dai consueti ritardi statistici di parte dei dati riferiti al weekend. Il premier Boris Johnson ha difeso la decisione di rinviare l’ultima tappa delle riaperture post lockdown dal 21 giugno al 19 luglio, dicendosi ottimista di poter rispettare questa scadenza, ma senza escludere del tutto nuove restrizioni più avanti.
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