Con il rifiuto definitivo della Corte di Cassazione di Parigi, all’estradizione di 10 ex terroristi rossi italiani rifugiatisi in Francia, si chiude una vicenda lunga 40 anni e un tira e molla tra i giudici di Italia e Francia che dura da due anni. La decisone ora è definitiva: “La Corte di Cassazione rigetta il ricorso del procuratore generale presso la Corte d’appello di Parigi, considerando che i motivi adottati dai magistrati, che rilevano del loro giudizio sovrano, sono sufficienti”. La richiesta di estradizione era stata avanzata dal governo italiano e appoggiata da quello francese.

Quali erano i motivi sufficienti? Alla base della decisione dei giudici francesi il fatto che molti degli arrestati erano stati giudicati in Italia in loro assenza, e non avrebbero avuto la possibilità di difendersi in un nuovo processo poiché la legge italiana non offre questa garanzia. Poi il tribunale ricordava ai colleghi italiani che i rifugiati vivevano in Francia da ormai 24-40 anni. Questo significava una vita nuova familiare, sociale e lavorativa rompendo qualsiasi legame con l’Italia e la vecchia vita. Dunque per i giudici francesi la loro estradizione avrebbe provocato un danno sproporzionato al loro diritto a una vita privata e famigliare. Tutte motivazioni già espresse nel giugno 2022 e che la Corte di cassazione considera oggi sufficienti e respinge quindi il ricorso.

Uno schiaffo per l’Italia che da anni chiede l’estradizione dei dieci ex terroristi rossi tra cui l’ex brigatista Marina Petrella e l’ex militante di Lotta continua Giorgio Pietrostefani. A quasi due anni dall’arresto degli ex attivisti (poi rimessi in libertà vigilata) nell’ambito dell’operazione ” Ombre Rosse “, la procura di Parigi aveva fatto ricorso contro il rifiuto della Corte d’appello di estradarli. Ora l’avviso sfavorevole della Corte d’appello alle estradizioni verso l’Italia, conclude la Cassazione, è quindi ” definitivo “.

Si tratta di otto uomini e due donne, tutti di età compresa tra i 62 e i 79 anni erano già stati condannati dalla giustizia italiana, alcuni all’ergastolo, e avevano beneficiato della cosiddetta dottrina Mitterrand, il presidente socialista che tra il 1981 e il 1995 si era impegnato a non estradare gli ex attivisti che avevano rotto con il loro passato. Poi nella primavera del 2021 dopo mesi di trattative, Macron, di intesa con Mario Draghi, aveva deciso di dare il via libera alle richieste di estradizione pendenti sui dieci nomi. Ma i giudici si erano detti contrari e avevano invocato diritto alla vita privata e familiare di queste persone stabilite in Francia e del diritto a un processo equo, come previsto dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Nonostante tutto Macron aveva insistito nel dire che i dieci si erano macchiati di crimini di sangue e per questo, a suo parere, erano esclusi dalla dottrina Mitterrand. Pochi giorni dopo le parole del capo dello Stato, il procuratore di Parigi aveva presentato ricorso alla Corte di Cassazione, fatto abbastanza inedito. Tanto che gli avvocati della difesa hanno denunciato un “accanimento” e una “deviazione dello Stato di diritto”. Dunque uno schiaffo anche al Governo Francese. Poco dopo la notizia della decisione presa dai giudici è intervenuto anche il ministro della Giustizia Eric Dupond-Moretti che ha ribadito che per lui i dieci italiani coinvolti nella procedura sono ” dei terroristi che hanno sangue sulle mani “.

“Io ho sempre pensato che se un terrorista francese avesse commesso quei reati in Francia e fosse venuto a rifugiarsi all’ombra del Colosseo i francesi avrebbero gridato all’ingiustizia ” ha commentato Dupond-Moretti durante una visita in Italia, come riportato da Repubblica. “Si dice che sia tutta colpa della famosa dottrina Mitterrand, ma non è corretto perché Mitterrand aveva detto a Bettino Craxi che la Francia non avrebbe perseguito coloro che non avevano sangue sulle mani, mentre quelli di cui parliamo ce l’hanno. E’ la giustizia italiana che lo ha detto, una giustizia sovrana, indipendente e nessuno può dire il contrario “.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.