Il mese di dicembre è abitualmente associato alle feste, che non vogliono dire sempre e soltanto Natale. Le celebrazioni e i rituali pagani e religiosi riempiono il calendario durante gran parte dell’anno, in ogni angolo del mondo. Lo ha ricordato anche il doodle di Google, allegro e colorato, proprio dedicato alle festività natalizie. Gli appuntamenti vengono di solito associati con il Natale, ma dicembre non è tempo di feste e celebrazioni soltanto per la comunità cristiano cattolica. Alcuni esempi: in Giappone si festeggia l’Omisoka l’ultimo dell’anno e in Tibet si festeggia il Losar. E poi c’è l’Hanukkah ebraico, una tradizione che ha guadagnato sempre più importanza nel XX secolo.

Letteralmente vuol dire “inaugurazione”. Ed è meglio conosciuta come Festa delle Luci o Festa dei Lumi. È ormai considerata la seconda festività più importante dopo il dono della Torah. Si tiene nel mese di kislev (e finisce in tevet) del calendario ebraico e ogni anno gli otto giorni di festa variano. La ricorrenza commemora la consacrazione di un nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme e la liberazione dagli assiro-ellenici nel II secolo a. C. Fino all’ascesa al torno di Antioco IV il popolo ebraico era libero di professare la propria fede e di mantenere i propri lavori e commerci. Dopo la proibizione del culto, delle pratiche dello Shabbat e della circoncisione, dopo il saccheggio di Gerusalemme e della consacrazione del Tempio a Giove Olimpo cominciò una sorta di ribellione. L’insurrezione fu guidata dal sacerdote osservante Mattatia e dai suoi cinque figli. Il Tempio fu liberato nel 165 a. C.. Il figlio di Mattatia Giuda divenne celebre come Maccabeo, “il martello”, per le sue capacità nella resistenza. Un soprannome che divenne di tutta la famiglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Hanukkah commemora proprio la riconquista del Tempio. Le celebrazioni partono al tramonto del 24esimo giorno del mese di kislev, secondo l’Antico Testamento. Alla liberazione seguì la purificazione, il ripristino dell’Arca dell’Alleanza e l’accensione della menorah, la lampada a otto braccia. Gli otto giorni derivano dal fatto che l’olio d’oliva disponibile dopo il saccheggio, miracolosamente, durò per otto giorni sulla menorah. Perciò l’Hanukkah dura otto giorni. E per lo stesso motivo è detta Festa dei lumi, rappresenta la resilienza e la forza della luce sull’oscurità.

L’olio della tradizione e il latte della vicenda di Giuditta – la vedova ebrea, bella e giovane che uccise Oloferne dopo averlo stordito con formaggio salato e vino rosso – sono due ingredienti chiave della festa. Diversi i piatti tipici: i latkes, i sufganiot, i blintzes, gli Hanukkah Gelt. La Festa dei Lumi nel 2020 è caduta nei giorni dal 10 dicembre al 18 dicembre.

Redazione

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