Il flop lo certifica la stessa procura guidata da Nicola Gratteri: non ci sarà nessun ricorso in Cassazione contro l’assoluzione di Mario Oliverio, l’ex governatore della Calabria accusato di corruzione e abuso d’ufficio dalla DDA di Catanzaro e assolto da tutte le accuse lo scorso gennaio con rito abbreviato.

Il procuratore capo ha di fatto ammesso, rinunciando all’impugnazione entro i termini previsti dalla legge, il fallimento dell’inchiesta “Lande desolate” che aveva portato nel dicembre 2018 alle pesantissime accuse nei confronti dell’allora presidente PD della Regione Calabria, accusato di corruzione e abuso d’ufficio in relazione ad alcuni appalti per la realizzazione di opere pubbliche a Scalea, Lorica e Cosenza.

Per Oliverio Gratteri chiese gli arresti domiciliari, non accolti dal Gip e ‘ridotti’ all’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, comune di residenza dell’allora governatore in provincia di Cosenza. Dopo tre mesi confinato nella sua abitazione e le dimissioni, la Cassazione nel marzo di quello stesso anno annullò il provvedimento facendo a pezzi l’impianto accusatorio nei confronti di Oliverio, imputando alla procura di Catanzaro un “pregiudizio accusatorio”.

Nonostante l’intervento chiaro della Cassazione, la DDA di Gratteri chiese nel processo con rito abbreviato una condanna a 4 anni e 8 mesi nei confronti del politico, incassando una seconda delusione con la decisione del gup di Catanzaro del 4 gennaio 2021, che decise per l’assoluzione in quanto “il fatto non sussiste”.

Di fronte al secondo flop Gratteri & Co. Hanno quindi deciso di desistere: nessuna impugnazione della sentenza, come confermato al Foglio da Enzo Belvedere, legale di Oliverio. L’ex governatore è assolto definitivamente.

Nel frattempo però la carriera politica dell’ex governatore ha subito sfracelli: il Partito Democratico l’ha mollato, tanto da portare Oliverio alla scelta di candidarsi alle regionali con una propria lista, mentre nella sua ex casa “regna l’amore” tra il segretario Enrico Letta e il Movimento 5 Stelle, con Dem e grillini che correranno insieme in Calabria a supporto di Amalia Bruni in quella che appare una sicura sconfitta contro il centrodestra di Roberto Occhiuto.

E Gratteri? Dal procuratore capo di Catanzaro nessun accenno di scuse, anzi. Ospite di ‘Dimartedì’ su La7, il magistrato di fronte alle domande di Alessandro Barbano, ex direttore de Il Mattino, non ha voluto sentire ragioni scaricando le responsabilità prima sul gip e poi accusandolo di “leggere solo certi giornali”.

Attualmente Oliverio resta sotto processo nell’inchiesta “Passe-partout”, procedimento nel quale sempre la procura di Catanzaro aveva chiesto il proscioglimento per quasi tutti i capi d’accusa, e per peculato riguardo per una presunta “cena elettorale” al Festival di Spoleto.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia