Luca Valdiserri scrive una sorta di articolo-lettera sul Corriere della Sera e ringrazia tutti per la vicinanza e la solidarietà, ringrazia i soccorritori e le forze dell’ordine. Il giornalista è il padre di Francesco Valdiserri, che avrebbe compiuto 19 anni il prossimo primo novembre, morto nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi mentre camminava sul marciapiedi della Cristoforo Colombo, investito da un’automonile. Il giovane che studiava al primo anno di università Lettere, che amava la musica e suonava in una band, non ha avuto scampo: travolto con lui un amico uscito miracolosamente illeso dall’incidente.

“Difendeva le sue idee con totale convinzione, con la tenacia che è solo dei ragazzi – scrive il padre nell’articolo – A voi, amici di Fra, dico solo due cose: non perdete mai questa forza e, se bevete un bicchiere di troppo, non guidate. Non vi può salvare al 100%, lo abbiamo imparato nel più crudele dei modi. Se dovesse capitare qualcosa di terribile, però, non vivrete il resto della vita con il rimorso di essere stati voi a provocarlo”.

La 23enne alla guida dell’automobile che ha travolto Valdiserri è agli arresti domiciliari. È sconvolta, distrutta dal senso di colpa. È risultata positiva ad alcol e droga test. Davanti al giudice ha ammesso di aver bevuto quella sera ma di non ricordare niente dell’accaduto. Disposta una perizia sul telefono cellulare della ragazza per accertare se fosse in uso al momento della tragedia. Il titolare del fascicolo è il pm Erminio Amelio. La madre della vittima, Paola Di Caro, anche lei giornalista del Corriere della Sera aveva scritto sui social un post che era diventato virale ore dopo la tragedia.

“Il mio 18enne meraviglioso non c’è più. Il mio bambino che aveva a cominciato a correre nella vita. Un’auto nella notte lo ha investito e non tornerà. Nulla più tornerà. Nulla ha più senso. Nulla”, aveva postato la cronista politica sui social network. Ieri sera, in occasione della partita di Serie A tra Roma e Napoli all’Olimpico, i maxischermo dello stadio hanno proiettato la fotografia del ragazzo, tifoso dei giallorossi, chiamato dai genitori come la bandiera ed ex capitano della Roma Francesco Totti.

“Cercate Fra nell’aria, cercatelo nella musica, cercatelo dentro di voi nel ricordo che vi ha lasciato. Gli avete voluto bene, vi ha voluto bene – ha continuato nella sua lettera il padre, firma dello sport – . Non si offenderà nessuno se dirò che in cima alla lista del bene ci sono la mia meravigliosa figlia Daria e la mia straordinaria moglie Paola. Insieme vogliamo tenere vivo il ricordo di Fra. Busserò a tante porte, so che molte sono già aperte e mi aspettano. Ci aspettano. Se anche uno solo tra i ragazzi che ci leggono non si metterà alla guida dopo aver bevuto, allora il nostro dolore sarà un po’ meno inutile. Se chi di dovere metterà in atto le misure possibili per evitare altre tragedie come la sua, allora Fra non sarà morto invano. Francesco non era un cantante, era il pezzo di una band, gli Origami Smiles. Da soli siamo perduti, insieme forse possiamo farcela”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.