Il voto
Francia, Barnier sfiduciato dopo tre mesi. Attacchi a Macron che pensa al nuovo premier: i favoriti
Finisce dopo appena tre mesi il governo di Michel Barnier. L’Assemblea nazionale ha votato stasera la mozione di sfiducia presentata dal Nuovo Fronte Popolare e dall’alleanza tra Rassemblement national e la formazione di Eric Ciotti. A favore della mozione 331 deputati, con la maggioranza fissata a 289. Barnier era stato nominato il 5 settembre: si tratta del secondo governo della Quinta repubblica a cadere con una mozione di sfiducia dopo quello di Georges Pompidou nel 1962.
Il voto
Il via al dibattito finale volto a far cadere il governo guidato da Michel Barnier era iniziato nel tardo pomeriggio. In esame sono passate ben due mozioni di censura, presentate lunedì dal Nuovo Fronte Popolare e dal Rassemblement National, in reazione alla decisione del governo di approvare senza voto parlamentare il bilancio relativo alla Previdenza Sociale, ricorrendo all’articolo 49 comma 3 della Costituzione francese. Una mossa che ha bypassato di fatto il processo democratico, suscitando critiche aspre, tra cui quelle di Marine Le Pen, che ha attaccato le “scelte tecnocratiche” dell’esecutivo.
Michel Barnier, nel suo intervento prima della votazione, ha difeso il suo operato sottolineando: “Non è stato per piacere che ho proposto misure difficili; avrei preferito distribuire risorse, ma la realtà non si cancella con la magia di una mozione di censura”. Le sue parole riflettono le sfide affrontate nei mesi scorsi: un debito pubblico superiore ai tremila miliardi, un imprevisto buco di bilancio e infine l’impennata dello spread. Proprio la presentazione del bilancio ha poi scatenato l’opposizione, composta da due terzi dell’Assemblea nazionale, costringendo il governo a ripiegare su un disegno di legge per gli aggiustamenti di fine gestione del 2024. Dietro queste manovre si cela un bersaglio più ampio: Emmanuel Macron. Sebbene il mandato del presidente, in carica fino al 2027, non sia formalmente legato al destino del governo, l’obiettivo politico delle opposizioni appare evidente.
Macron accelera per un nuovo premier
Rientrato in serata da una visita di tre giorni in Arabia Saudita, il presidente Emmanuel Macron avrebbe già avviato le consultazioni con i suoi collaboratori più fidati, proseguendo il lavoro dall’aereo presidenziale. L’urgenza è dettata anche dalla visita imminente di Donald Trump a Parigi, in occasione della riapertura di Notre-Dame: “È una questione di credibilità per la Francia,” avrebbe confidato una fonte vicina al presidente. Respingendo le speculazioni sulle sue possibili dimissioni, Macron ha ribadito: “Sono stato eletto due volte dal popolo francese. Non dobbiamo alimentare paure inutili: la nostra economia è forte.” Tra i nomi più accreditati per la successione a Barnier figurano Sébastien Lecornu, attuale ministro della Difesa, e François Bayrou, leader centrista.
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