Città del Vaticano blindata
Funerali Ratzinger, le tre bare con monete, pallio e rogito: l’ultimo saluto al papa emerito Benedetto XVI

Funerali blindati quelli di Benedetto XVI, in programma giovedì 5 gennaio a partire dalle 9.30, presieduti da Papa Francesco e celebrati dal decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovan Battista Re.
Città del Vaticano che accoglierà almeno 50mila fedeli per l’ultimo saluto al papa emerito. Saranno circa un migliaio gli uomini e le donne delle forze dell’ordine in campo secondo il piano disposto dal prefetto di Roma Bruno Frattasi: potranno contare sul supporto dei colleghi della polizia locale e su un mini esercito di volontari di protezione civile (circa 500) incaricati anche di dare informazioni su code e tempi di attesa. Rigorosi i controlli ai varchi di accesso a piazza San Pietro con i metal detector.
MILLE POLIZIOTTI E MILLE GIORNALISTI – In piazza anche la Gendarmeria vaticana e numerosi agenti in borghese. Nella notte un’ultima ‘bonifica’ della zona sarà affidata ai reparti cinofili anti esplosivi. La “No fly zone”, l’area in cui sarà interdetto il volo, avrà un raggio più ampio della sola piazza San Pietro.
Ai funerali del papa emerito Ratzinger saranno presenti oltre mille giornalisti. Lo riferisce il portavoce vaticano Matteo Bruni. Arrivano da più di trenta Paesi: la maggior parte sono italiani e tedeschi, ma ci sono anche polacchi, francesi, inglesi, statunitensi, spagnoli; altri giornalisti sono arrivati dall’Asia, dall’Africa e dal Sud America.
MEDAGLIA, MONETE, PALLIO E ROGITO NELLA BARA – Nella bara, in legno di cipresso, di Benedetto XVI verranno messe “la medaglia e le monete coniate durante il Pontificato, il pallio o i palli del vescovo e il rogito, ossia un testo in cui è descritto brevemente il Pontificato. In particolare il rogito viene inserito in un tubo di metallo”. Lo ha precisato durante un briefing con i giornalisti il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni.
LE TRE BARE – Dopo i funerali il feretro verrà portato nelle Grotte vaticane per la sepoltura nella tomba che fu di Giovanni Paolo II. Qui, ha spiegato Bruni, vengono messi “una fettuccia intorno alla bara, dei sigilli della Camera apostolica, della Casa pontificia e delle Celebrazioni liturgiche. Il feretro viene poi messo in una bara di zinco e sigillato. La bara di zinco viene collocata in un’altra bara di legno e poi sepolta”. La tumulazione avverrà in forma privata.
IL PRECEDENTE – Un Papa che celebra i funerali del suo predecessore: quanto accadrà domani a Piazza San Pietro con Francesco a presiedere le esequie di Benedetto XVI è stato presentato come un fatto inedito nella storia della Chiesa. Ma un Pontefice in carica che benedice la salma del predecessore prima della sepoltura è un fatto che ha invece un precedente. Lo scrive Vatican News. Accadde nel febbraio 1802, con i solenni funerali di Pio VI, celebrati nella basilica di San Pietro dal suo successore Pio VII. Il defunto, al secolo Giannangelo Braschi (Cesena 1717 – Valence 1799), eletto pontefice nel 1775, dopo un lungo regno morì in esilio in Francia, prigioniero di Napoleone. Le esequie si svolsero a Valence, subito dopo la morte, mentre i “novendiali” (i nove giorni di messe di suffragio prima dell’inizio delle votazioni in conclave) si tennero a Venezia, nella città in cui i cardinali si erano riuniti per eleggere il successore. Pio VII, eletto il 14 marzo 1800, volle riavere a Roma le spoglie del predecessore, che furono riesumate nel dicembre 1801 e viaggiarono da Valence a Marsiglia e di qui, via nave, verso Genova. Il 17 febbraio 1802 avvenne “il magnifico ingresso trionfale a Roma” e la solenne cerimonia funebre venne celebrata in San Pietro in presenza di Papa Pio VII.
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