Se arriva lui il buonumore non manca mai. E lo ha testimoniato ancora una volta il successo a Sanremo: Gianni Moranti a 78 anni non è disposto a fermarsi e riscende in pista iniziando un nuovo tour musicale dei palazzetti dello sport. E come il proverbiale corridore che è, infila ancora tuta e scarpette e corre: “Tengo un ritmo più basso rispetto a una volta ma continuo. Una volta che metti la coperta sulle ginocchia non torni più indietro”, ha raccontato in un’intervista al Corriere.

Non si ferma nemmeno musicalmente. L’ultimo disco si chiama “Evviva!” e il tour “Go Gianni Go!”, 9 date nei palazzetti dello sport, prima tappa il 10 marzo a Rimini. “In realtà questo disco nasce proprio nel giorno dell’incidente alla mano, l’11 marzo 2021. Ero in ospedale a Cesena quando Jovanotti mi chiamò dicendomi, tra l’altro, che mi avrebbe mandato una canzone per ridarmi allegria e che se mi fosse piaciuta avrei potuto cantarla”, ha raccontato al Corriere. Una lunga e proficua collaborazione quella tra i due. Jova gli ha scritto la canzone con cui Morandi ha gareggiato a Sanremo nel 2022, “Apri tutte le porte” e lo ha voluto ospite fisso al suo Beach Party e nel nuovo disco firma altri brani, a partire dalla title track che è un inno alla positività. Dice Jova nelle note che accompagnano l’album: “Se dovessi sintetizzare in una parola Morandi, quella parola è Evviva con il punto esclamativo. Quando lui entra in una stanza l’atmosfera si ossigena e ci si dispone al sorriso. Lo hanno notato tutti a Sanremo come fosse una novità sebbene si verifichi da più di 60 anni”.

Morandi non stenta ad ammettere che la sua forza è quell’energia che sprigiona nel cantare con il pubblico intorno. “Non sono un grande autore, le mie canzoni più belle le hanno scritte gli altri. Sono un interprete e più che andare in studio a registrare, amo cantare in mezzo alla gente”. Dopo Sanremo qualcuno ha ipotizzato che stava per partire un tour in trio con Ranieri e Al Bano ma lui smentisce sostenendo che resta ancora una ipotesi: “Al Bano mi ha chiamato l’altro giorno dicendomi che aveva già contatti con il Canada, Kansas City e la Turchia ma che lo ‘scugnizzo’ è impegnato fino a ottobre. Vabbè c’è tempo, siamo giovani”.

Il brano “Un milione di piccole tempeste” è una lettera dedicata al figlio Pietro, 25enne, meglio noto come Tredici, rapper: “on lui parlo pochissimo, non si fa trovare, ogni tanto chiama per sapere della mia salute vista l’età… Ha un suo percorso e cerca di staccarsi dall’essere figlio di Morandi, ma è difficile perché tutti lo sanno”. Sulla politica resta diplomatico: “Sono contento che con la vittoria di Elly Schlein ci siano due donne a guidare i due partiti più importanti del Paese. Con Schlein ci eravamo conosciuti a un concerto a favore dell’Ucraina e abbiamo cantato insieme ‘C’era un ragazzo’. Era una canzone contro la guerra in Vietnam e ai tempi venne premiata in Russia con un grande distintivo. Le cose si sono rivoltate e oggi quel testo è contro di loro che sono il Paese aggressore”. Un ultimo pensiero lo dedica a Dalla e Battisti che avrebbero compito 80 anni in questi giorni: “Con Dalla ho avuto un rapporto straordinario. Battisti una volta mi mandò una canzone che però scartai. Mi meraviglia che due con lo stesso nome, quasi gemelli, abbiano inciso così tanto sulla musica italiana”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.