Prima il fango, poi l’oblio. La storia di Gigi Sabani non può essere raccontata se non nel segno di Enzo Tortora. Molti gli elementi che accomunano le due vicende, eppure non si ricorda abbastanza quanto la malagiustizia possa diventare un marchio indelebile. Showman, presentatore e grande uomo di spettacolo, Luigi Sabani, meglio conosciuto come Gigi, è uno dei volti più famosi e noti al pubblico degli anni Ottanta e Novanta.

Nato a Roma il 5 ottobre 1952, le sue grandi doti di imitatore lo lanciano nel mondo dello spettacolo nel 1973 grazie alla partecipazione al programma radiofonico La Corrida, da cui comincerà qualche anno dopo la sua carriera calcando i più celebri palchi televisivi. Dagli inizi degli anni ‘80, infatti, costella una serie di successi attraverso la partecipazione a trasmissioni Rai come Domenica In, Fantastico, Stasera mi butto, Il grande gioco dell’oca e Buona Domenica sulle reti Mediaset, dove presenta anche la prima edizione di Ok, il prezzo è giusto! che gli vale la premiazione di due Telegatti. Le imitazioni dei grandi personaggi dello spettacolo dell’epoca come Adriano Celentano, Gianni Morandi e tanti altri portano Sabani ad essere sempre più amato e apprezzato dal pubblico, tanto che anche le sue qualità di conduttore e intrattenitore televisivo sono sempre più ricercate conducendolo sulla cresta dell’onda. Basta poco, però, per fare in modo che le luci della ribalta gli si ritorcono contro quando a metà degli anni Novanta viene coinvolto in una vicenda giudiziaria che cambierà per sempre la sua carriera e la sua vita fino alla morte.

LA VICENDA GIUDIZIARIA – E’ l’estate del 1996 quando lo scandalo dei “provini a luci rosse” definito come prima Vallettopoli investe importanti nomi del mondo dello spettacolo tra cui Gigi Sabani e Valerio Merola, suo collega e amico. Il 18 giugno di quell’anno i carabinieri piombano in casa dello showman per arrestarlo con l’accusa di reato di truffa a fini sessuali e induzione alla prostituzione. Al centro dell’imputazione ci sono le dichiarazioni dell’allora minorenne Katia Duso, aspirante showgirl, la quale racconta al pm incaricato del caso Alessandro Chionna di presunti approcci sessuali con il conduttore nell’estate precedente, in cambio della promessa di lavorare nel mondo dello spettacolo. La Duso, infatti, faceva parte della scuola per modelle di Biella ‘Celebrità’, al centro della storia in quanto sede che avrebbe ospitato incontri privati tra le ragazze e personaggi dello spettacolo al fine di ottenere un posto assicurato sotto i riflettori di televisione e cinema. Sabani trascorre così tredici giorni agli arresti domiciliari fino all’1 luglio, quando viene deposta la sua scarcerazione.

Nonostante l’anno seguente arriva l’archiviazione del procedimento nei suoi confronti dal gip di Roma su richiesta del pm Pasquale Lapadura e viene proclamata la sua innocenza, il conduttore rimarrà scosso dalla vicenda fino agli ultimi giorni di vita. Anche la sua carriera ne risente, ottenendo ruoli e apparizioni di importanza inferiore rispetto agli albori della sua vita artistica. Anche la sua allegria nelle imitazioni e la sua verve da conduttore, sebbene intatte, è come se fossero sempre velate di malinconia e sofferenza. Infatti l’artista non lascia cadere la vicenda e decide presentare denuncia per abuso d’ufficio nei confronti del pm Chionna, il quale proprio nel 1997 sposa la sua ex-teste nell’inchiesta Anita Ceccariglia ex compagna dello stesso Sabani. Nel 1998 il conduttore viene prosciolto del tutto senza neanche arrivare al processo, passo che lo conduce ad avviare anche un procedimento contro il Ministero del Tesoro al fine di ottenere il risarcimento dei danni subiti, sia psicofisici che d’immagine. Sabani viene risarcito per 24 milioni delle vecchie lire per i tredici giorni di ingiusta detenzione che scontò ai domiciliari, sebbene nessuna cifra gli è mai bastata per tornare alla vita di prima.

La travolgente vicenda giudiziaria lo aveva segnato nel corpo e nella mente tanto da procurargli un forte stato di stress emotivo e psicologico. Come ha raccontato lo stesso conduttore in diverse interviste, anche dopo anni dall’accaduto, l’amore e l’affetto del pubblico non lo hanno mai lasciato da solo ma non poteva dire lo stesso di molti suoi amici e colleghi che invece si erano allontanati da lui. Chi invece gli era rimasto accanto non ha risparmiato parole dure in sua difesa soprattutto dopo la sua morte, avvenuta prematuramente per un infarto il 4 settembre 2007. In particolar modo suo figlio Simone Sabani, il quale ha sempre sottolineato quanto l’errore giudiziario subito dal padre lo avesse segnato nel profondo. Inoltre, sette mesi dopo la sua scomparsa nasce il suo secondo figlio avuto dalla compagna Sabrina, che però non potrà mai conoscere.