Abbiamo un problema con il Green Pass, la Certificazione verde, quelle che permettono o almeno facilitano la partecipazione agli aventi pubblici, ai matrimoni, l’accesso alle strutture sanitarie assistenziali, gli spostamenti sul territorio nazionale. Non ha senso che venga rilasciato dopo una sola dose di vaccino perché “se il problema è la variante Delta va dato dopo due dosi e ai guariti con una dose” secondo l’immunologo e direttore scientifico dell’Humanitas di Milano Alberto Mantovani. Le dichiarazioni in un’intervista a La Stampa. Mantovani è stato riconosciuto come il più autorevoli tra gli scienziati italiani coinvolti nell’emergenza coronavirus secondo il database di ricerca scientifica Scopus.

La variante Delta è quella che sta preoccupando tutto il mondo. Il Regno Unito sta vivendo un’impennata di casi da inizio giugno che ha fatto rimandate l’ultimo step di riaperture a metà luglio. Picchi di contagi anche in Russia e aumenti sostanziali in Israele e Australia. In Italia la variante è al 16,9% secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, ma il sequenziamento procede al rilento. Le autorità sanitarie europee hanno comunque avvertito che la mutazione è destinata a diventare dominante, oltre il 90%, entro agosto. I vaccini sono comunque efficaci, fino al 95%, nel proteggere dalla malattia grave e quindi dall’ospedalizzazione. Il punto è che sono efficaci a ciclo completo, quindi dopo la seconda dose. Il Green Pass viene invece rilasciato – oltre che con certificazione di avvenuta guarigione o di tampone recente con esito negativo – dopo la vaccinazione. Anche dopo la prima dose. Dall’ 1 luglio la certificazione sarà valida come Eu Digital Covid Certificate e faciliterà i viaggi da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen – quest’ultimo è però rilasciato a 15 giorni dalla dose immunizzante, quindi a ciclo completo.

“Due dosi proteggono molto dall’ospedalizzazione – ha osservato dunque Mantovani – 96 per cento sul campo con i vaccini a Rna e 93 con AstraZeneca. E riducono la trasmissione, anche se non si sa di quanto. Resta un 20-25 per cento di persone che risponde poco alla vaccinazione e può ammalarsi, quasi sempre senza finire in ospedale. La mascherina personalmente continuo a usarla anche all’esterno, perché si può incontrare qualcuno che non ha risposto al vaccino o una persona fragile. Quanto ad AstraZeneca, la seconda dose va fatta assolutamente, i guariti hanno bisogno di una sola dose, è un vaccino efficace con un effetto collaterale rarissimo per cui basta non farlo sotto i 40 anni come in Regno Unito o 60 da noi. La vaccinazione eterologa è stata una prudenza per gli under 60. Non è stata molto sperimentata, ma ci sono dati che suggeriscono una possibile risposta migliore. Detto questo penso che le persone hanno tutto il diritto di essere confuse”.

Confusione che Mantovani ravvisa anche nella gestione della variante Delta. “Come Paese siamo in ritardo, perché manca un programma nazionale di sequenziamento delle varianti con studi di funzione per capire se e quanto siano pericolosi. Abbiamo un nemico che cambia e non possiamo non possiamo non conoscerlo – ha aggiunto Mantovani – la Delta è la quarta variante che preoccupa, ma ce ne sono state tante e altre ne arriveranno. Bisogna prepararsi. E il Green Pass va dato dopo due dosi di vaccino e ai guariti con una dose“.

È stato sbagliato darlo a chi ha fatto una sola dose di vaccino, perché sappiamo che non protegge a sufficienza soprattutto con la variante Delta, in cui la protezione con una sola dose è solo al 30%, ovvero modestissima. Credo sia una cosa che verrà rivisitata presto”, ha dichiarato sulla stessa linea Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di Malattie Infettive e Tropicali ad Agorà Estate su Rai Tre. Il ministro della Salute Roberto Speranza intanto ha preso tempo. A sollevare le stesse perplessità era stato però il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “Aspetterei un paio di settimane ma se è vero che la protezione da questa variante c’è dopo due dosi di vaccino, è chiaro che, oltre a correre con le seconde dosi, dobbiamo rimodulare il certificato verde. Al momento è prematuro dirlo. Aspetterei 14 giorni per l’analisi dei dati che arrivano del Regno Unito e per il controllo della prevalenza della variante Delta in Italia, attualmente vicina al 20%”. Quasi 14 milioni di italiani hanno scaricato il Green Pass.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.