L'inchiesta sul figlio Ciro
Grillo e la moglie nel panico, sono stati intercettati? “Hanno commesso un suicidio mediatico”

Beppe Grillo è stato intercettato, è rientrato collateralmente nei brogliacci con cui la magistratura ha tenuto sotto osservazione il telefono di sua moglie, Parvin Tadjik? L’ipotesi è verosimile, posto che l’utenza privata della signora Tadjik-Grillo risulta attenzionata dalle indagini della Procura di Tempio Pausania che indaga sulla presunta violenza sessuale a carico di Ciro Grillo e dei suoi tre amici.
Il reato si sarebbe consumato a casa di Beppe Grillo a Porto Cervo nel luglio del 2019 e da allora la Procura, che ha sempre mantenuto un atteggiamento dubitativo sulla posizione di Ciro e dei suoi sodali, avrebbe posto sotto intercettazione – come rivela AdnKronos – anche sua madre. La donna ha sempre dichiarato agli inquirenti di non aver sentito nulla quella notte: dormiva nell’appartamento contiguo, non ha notato niente di strano. Nel fascicolo dell’inchiesta, oltre alle testimonianze, risultano inserite anche alcune intercettazioni e le immagini ritrovate nei telefonini. Ieri la giornata di Grillo e di sua moglie è stata movimentata ancor più dall’improvvida sortita con cui Parvin Tadjik-Grillo ha preso di petto Maria Elena Boschi. Sulla signora si sono accesi i riflettori che forse il loro avvocato avrebbe consigliato di tenere spenti. «Sono nel panico, Beppe Grillo e sua moglie», dice al Riformista uno che li conosce bene, l’ex socio di Casaleggio, Marco Canestrari.
«Solo con un attacco di panico si può giustificare una uscita così suicida da parte di entrambi. Sanno qualcosa che non sappiamo, anche a proposito dell’indagine», continua Canestrari. «Mi sembra che Grillo abbia un disperato bisogno di protezione, ecco perché si è affrettato a formare un governo con il Pd e poi a sostenere Draghi. Ha l’esigenza di tenersi al coperto, dentro l’area di governo». Se Parvin Tadjik è stata tenuta sotto osservazione, è verosimile e credibile che Beppe Grillo, anche solo per il fatto di averla chiamata frequentemente, in quei giorni in cui non era presente in Sardegna, sia finito a strascico nella rete delle telefonate intercettate. E sarebbe interessante, avendone conferma, capire per quanto tempo c’è rimasto. «È probabile, Grillo non gode di alcuna immunità, possono aver sentito le conversazioni tra i due. E la reazione inconsulta si può leggere con questa luce», aggiunge Canestrari. Come se Grillo, temendo di essere stato intercettato, rivelasse un suo tallone d’Achille particolare.
«Perché Grillo quando parla al telefono non è la stessa persona di quando parla in pubblico», chiosa l’ex socio di Casaleggio, che con Grillo e la moglie è stato anche in vacanza – «Ma nella casa che hanno in Toscana, non in Sardegna», precisa. Il Grillo pubblico e il Grillo privato, i segreti inconfessabili dei festini alcolici, il timore di essere finito all’orecchio di un grande Fratello giudiziario: una nemesi incredibile per il profeta dello Stato etico, il Savonarola che ha costruito una fortuna sulle prediche contro i “politici immorali”. Il Procuratore Capo di Tempio Pausania, dottor Gregorio Capasso e la pm Laura Bassani hanno interrogato Ciro nei giorni scorsi e devono ora decidere per il rinvio a giudizio. Ed ecco Grillo entrare a gamba tesa, far pesare la sua leadership sul primo partito in Parlamento e riscuotere dalla Rai – ancora appesa ad un filo con Salini e Foa – un trattamento di favore.
«Il Tg1 ha censurato Giulia Bongiorno, avvocato della ragazza che ha denunciato il presunto stupro nella villa di Grillo, mentre ha dato spazio alla moglie del comico che difende il figlio accusato. Al Tg1 delle 13.30 nessuno spazio alla dichiarazione della Bongiorno (“Porteremo il video di Grillo in Procura”), mentre ha avuto ampio spazio il commento di Parvin Tadjik su Facebook», fa notare sommessamente il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.
Sulla pagina Facebook della signora notiamo una intensa attività, non proprio impegnata sui temi del Movimento: resort in Kenya, grand hotel a Londra, vacanze in barca a Formentera, i post che si leggono non parlano d’altro. Ci sono frequenti gallerie fotografiche – anche con foto esplicite – con un diario delle vacanze dal 2015 a oggi, ma non ci sono post nel luglio del 2019. Quando qualcosa a Porto Cervo è successo. E la politica non sta a guardare. L’imbarazzo in casa 5 stelle è palpabile. Tentano di “mettere al riparo” il Movimento dalle polemiche verso quella che è solo una “vicenda personale” sulla quale si pronuncerà la magistratura, afferma il capogruppo Davide Crippa. Dice la sua anche l’avvocato Giuseppe Conte: «Con il Movimento 5 Stelle mi accomunano da sempre queste due convinzioni: di ritenere indiscutibile il principio dell’autonomia della magistratura e di considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne, una battaglia che abbiamo sempre combattuto in prima linea». Una enunciazione di principi che non accontenta Marcucci: «Troppo poco, prenda le distanze da Grillo», lo esorta il senatore Dem.
Dopo che la signora Tadjik-Grillo si avventura a propugnare l’esistenza di un video da cui si evincerebbe la natura amichevole della serata, le risponde la capogruppo Iv, Boschi: «Io non faccio il processo sui social, gentile signora. Le sentenze le decidono i magistrati, non i tweet delle mamme. Questo modo di concepire la giustizia, giocandola sui social e non nelle aule di tribunale, è aberrante», scandisce Boschi. Ancor più duro Matteo Renzi: «Beppe Grillo ha fatto un video scandaloso: il dolore di un padre non giustifica l’aggressione verbale a una ragazza che denuncia violenza. Invece che aspettare il processo, il pregiudicato che ha fondato il partito dell’onestà prova a salvare la sua famiglia dopo aver distrutto le famiglie degli altri – aggiunge il leader di Italia viva – Quanta ipocrisia nella doppia morale di chi crea un clima d’odio e poi se ne lamenta».
Giulia Bongiorno, parlamentare della Lega e avvocato, annuncia in tv che porterà il video di Beppe Grillo in tribunale quale documento a sostegno dell’accusa. E da Forza Italia, Andrea Ruggeri chiama in causa l’Anm: «Ieri Grillo oggi sua moglie, attaccano la magistratura di Tempio Pausania, alla vigilia di una decisione delicatissima, e ignorando il tatto che si dovrebbe a una donna presunta vittima di stupro di gruppo. Ma dov’è la Anm, finora in silenzio di fronte a queste aggressioni, e invece sempre solerte a stracciarsi le vesti gridando all’eversione e a difendere, a prescindere e per molto meno, magistrati verso cui si è in passato anche solo alzato il sopracciglio?»
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