È un Beppe Grillo furioso quello che ieri ha lanciato un video per difendere il figlio accusato di violenza sessuale di gruppo su due ragazze: «Mio figlio è su tutti i giornali come un stupratore seriale insieme ad altri 3 ragazzi. Io voglio chiedervi veramente, voglio una spiegazione: perché un gruppo di stupratori seriali, compreso mio figlio, non sono stati arrestati? La legge dice che gli stupratori vanno presi e interrogati in galera o ai domiciliari. Sono lasciati liberi per due anni, perché?».

La vicenda risale appunto a due anni fa, al luglio 2019. Siamo a Porto Cervo in un appartamento di 80 metri quadrati dentro un residence. Ciro e tre suoi amici, tutti tra i 18 e i 20 anni, incontrano due ragazze al Billionaire di Flavio Briatore: S. J. ed R. M., le presunte vittime, hanno sempre raccontato d’essere state invitate a mangiare qualcosa, ritrovandosi invece in un incubo. Alcool fino all’alba e poi verso le 6 del mattino le violenze ripetute: «hanno afferrato per i capelli la ragazza, l’hanno ubriacata costringendola a bere mezzo litro di vodka e poi l’hanno violentata a turno», scrive la Procura di Tempio Pausania, orientata a chiedere il rinvio a giudizio per i quattro indagati che si difendono. Il figlio di Grillo ha chiesto di essere ascoltato qualche giorno fa e ha ribadito, come fatto dagli amici, che i rapporti erano consenzienti. Concetto ripetuto proprio da Grillo senior nel video: «Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera a calci nel culo. Perché? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’é stato niente, perché una persona che viene stuprata la mattina e il pomeriggio fa il kitesurf e fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano. Bene, è strano. E poi non c’è un avvocato che parla o sono io il padre che difendo mio figlio: c’è il video, passaggio per passaggio. Si vede che c’è il [consenso], che c’è il gruppo che ride, che sono ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano perché sono quattro coglioni non quattro stupratori. E io sono stufo, sono due anni: se dovete arrestare mio figlio che non ha fatto niente, allora arrestate anche me perché ci vado io in galera».

Molte le reazioni al video. La capogruppo di Italia Viva Maria Elena Boschi è molto critica: «Non sta a me dire se ha torto o ha ragione: per quello ci sono i magistrati. Ma che lui utilizzi il suo potere politico e mediatico per assolvere il figlio è vergognoso. Le sue parole sono piene di maschilismo. Quando dice che la ragazza ci ha messo 8 giorni a denunciare fa un torto a tutte le donne vittime di violenza». Maurizio Lupi, Presidente Noi con l’Italia: «comprendiamo lo sfogo di Beppe Grillo padre, molto meno quello di Grillo leader politico con grandi responsabilità che attacca frontalmente la magistratura». Attacco duro invece dalla Lega con Matteo Salvini: «Da Grillo garantismo a giorni alterni. Il sabato Salvini è colpevole, il lunedì suo figlio è innocente».

Sostegno invece da parte dei Cinque Stelle. La senatrice Paola Taverna ha detto: «Ciò che prova Beppe a livello umano posso solo immaginarlo, e da mamma gli sono vicina. La Magistratura è al lavoro, perciò auspico che giornali e talk show lascino che questa vicenda si risolva, come giusto che sia, in tribunale. Serve rispetto: no a speculazioni da sciacalli». Si fa sentire anche Alessandro Di Battista: «Sei un papà e ti capisco. Spero che tutto si possa chiarire e alla svelta. Immagino siano stati due anni difficilissimi. Coraggio Beppe». Nel dibattito è intervenuto anche Federico Ciontoli, figlio di Antonio Ciontoli, implicato nella morte di Marco Vannini: «A me dispiace tantissimo per il figlio di Grillo, proprio perché so cosa significa. A prescindere dall’innocenza o dalla colpevolezza, lo stanno distruggendo mediaticamente. Ma la presunzione di innocenza vale per tutti: invece gli ex Ministri Bonafede e Trenta sono intervenuti nel mio caso non rispettandola».