Altro che mediazione cinese. La Russia di Vladimir Putin non indietreggia di un millimetro in Ucraina e dopo aver bombardato questa mattina diverse città del Paese tra cui la capitale Kiev (primo attacco missilistico russo da più di 50 giorni), provocando la morte di almeno 19 persone, vanno registrate le parole durissime del numero uno del Cremlino.

Parlando a San Pietroburgo a una riunione del Consiglio dei Legislatori, che comprende membri delle due camere del Parlamento nazionale e rappresentanti dei Parlamenti delle repubbliche, Putin ha ribadito che le quattro regioni dell’Ucraina annesse da Mosca il 29 settembre dello scorso anno, ovvero il Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, sono “terre storiche” russe e i loro abitanti “parte del nostro popolo“. Pertanto, ha aggiunto Putin, oggi è necessario “difendere e proteggere la loro decisione inequivocabile di tornare alla Russia“.

Una annessione, quella delle quattro regioni ucraine, che ovviamente la comunità internazionale non riconosce come tale: i referendum voluti da Mosca furono chiaramente segnati da irregolarità evidenti, con i cittadini minacciati e costretti a votare dai militari armati al soldo del Cremlino.

Ma Putin su questo punto non ha intenzione di fare passi indietro. Nel suo discorso a San Pietroburgo il presidente russo ha sottolineato che i residenti delle quattro regioni annesse da Mosca che non accettano di diventare cittadini russi saranno considerati stranieri e potranno essere espulsi se porteranno “una minaccia alla sicurezza nazionale” con attività che comprendono anche la “partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate“. A prevederlo è una legge firmata e promulgata oggi dallo stesso Putin dopo esser stata approvata dal Parlamento russo.

Sempre oggi Putin ha firmato una seconda legge che prevede l’introduzione del carcere a vita come possibile pena per il reato di “alto tradimento”, finora punito in Russia con la reclusione fino a 20 anni. Viene anche innalzata da 15 a 20 anni di carcere la pena massima per gli attacchi terroristici.

Tutte mosse che non potranno fare altro che isolare ancor di più Mosca? Sbagliato, almeno secondo Putin. All’Assemblea federale russa il presidente ha sottolineato al contrario che il Paese allargherà le relazioni con altri stati amici. “Non ci isoleremo. Al contrario, espanderemo relazioni pragmatiche, eque e reciprocamente vantaggiose ovvero partenariati con paesi amici in Eurasia, Africa, America Latina”, ha spiegato infatti il leader del Cremlino.

Negli Stati Uniti, tra l’altro, abbiamo molte persone che la pensano come noi. Lo stesso vale per l’Europa. Le élite si comportano in modo diverso. Ma sappiamo che le élite in questi paesi sono spesso ben lungi dal condurre politiche che vanno a beneficio degli interessi della loro stessa gente. Si ritorcerà contro di loro”, ha detto ancora Putin aggiungendo che Mosca è pronta a lavorare con i partner stranieri e le società che “apprezzano la sua reputazione commerciale e vogliono cooperare con la Russia”.

Redazione

Autore